Lo sapevate che esiste una moneta, il rublo di Sestroretsk, che batte ogni record di peso nella monetazione russa? Questo “spicciolo” così particolare venne creato nel XVIII secolo per eliminare – si disse – il problema dei pagamenti in rame. Esiste una leggenda secondo la quale la zarina Elisabetta (1709-1762) conferì allo scienziato e linguista Michail Vasil’evič Lomonosov (1711-1765), detto “il Leonardo da Vinci russo”, una considerevole somma di denaro pari a 2000 rubli. Ebbene,  per trasportare il premio, che venne pagato in monete di rame, Lomonosov dovette noleggiare quattro carri.

Fu per operazioni di tale portata che venne inventato il rublo di Sestroretsk. Il decreto per la creazione della nuova moneta a nome della zarina Caterina II (1729-1792, sul trono dal 1762) venne firmato nel febbraio 1770 e contiene la descrizione delle nuove grandi monete di rame da coniare: ogni rublo di Sestroretsk doveva pesare ben 888 grammi e avere un diametro di 76 millimetri con uno spessore di 35 millimetri.

A sinistra, un ritratto di Caterina la Grande e a destra una cedola da 25 rubli emessa nel 1769: una campagna di emissione selvaggia di cartamoneta che mise non poco in difficoltà l’economia dell’Impero Russo

In realtà, i rubli di rame di Caterina la Grande dovevano essere prodotti soprattutto per riscattare la cartamoneta emessa in Russia tra il 1769 e il 1771. Questi titoli cartacei, che rappresentavano un prestito senza interessi per lo Stato, avevano lo scopo di finanziare i conflitti portati avanti dalla combattiva zarina e in totale, in appena tre anni, venne emessa carta moneta per un valore nominale di oltre un milione di rubli.

Due monete da 5 copechi in rame, in altro di Caterina I (1727) e in basso di Caterina II (1788): avevano un diametro di 42-44 millimetri per oltre 51 grammi di peso

Le banconote, tuttavia, potevano essere convertite solo in monete di rame, che dovevano quindi essere fornite in grandi quantità. Da un lato, ai funzionari sembrava più vantaggioso coniare un’unica moneta di rame da un rublo piuttosto che venti pezzi del valore nominale massimo di allora, ovvero cinque copechi. D’altro canto, si sperava anche che il pubblico avrebbe fatto meno ricorso all’opzione di rimborso delle banconote a causa del formato poco pratico e del peso dei nuovi rubli di rame.

Tradizionalmente, sul rublo di Sestroretsk è raffigurata un’aquila bicipite imperiale russa, con la data di emissione impressa sul petto. Il valore nominale è indicato sul rovescio. In realtà, la parte coniata delle due basi di questo “cilindro” di rame è solo quella centrale e un motivo ed una iscrizione lungo il taglio servono come elementi “anti contraffazione”.

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Esemplare riconiato nel 1845 del rublo di Sestroretsk (rame, mm 79 di diametro per 29 di spessore, peso 1021 grammi): pur non essendo uno degli originali del 1771, è una grande rarità della numismatica russa

Furono gli specialisti di lavorazioni in metallo delle fabbriche di armi di Sestroretsk, nei pressi di San Pietroburgo, che dovettero ideare il metodo per ricavare rubli dai cilindri e presentarne un paio di campioni al Senato per l’approvazione. Il lavoro richiese quasi un anno e nel dicembre del 1770 il conte Aleksej Ivanovič Musin-Puškin (1744-1817), responsabile del progetto, poté  presentare quattro monete campione. Due di esse presentavano delle crepe, difetto che il conte attribuì alla scarsa qualità del rame fornito. Si decise tuttavia di continuare il lavoro di coniazione di questi “rubli giganti”.

La produzione in serie, però, si rivelò presto impossibile. I tondelli dovevano essere ricavati a macchina da grandi barre di rame. Una macchina costruita appositamente per realizzare i “tondelli” era dotata di venticinque seghe, ciascuna delle quali doveva essere raffreddata con acqua. Già ai primi tentativi, nonostante il raffreddamento, le seghe si surriscaldavano al punto che i tondelli assumevano forme impossibili.

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In alto, un altro novodel 1845 del rublo di Sestroretsk (diametro mm 98, spessore mm 16, peso g 1062); in basso riconiazione delle impronte centrali su un tondello della moneta da 5 copechi

Anche altri metodi fallirono o si rivelarono molto più costosi rispetto alla produzione di una quantità equivalente di monete da cinque copechi. Ad esempio, le caratteristiche delle monete vennero cambiate: il diametro divenne più grande e lo spessore più piccolo.

Durante la battitura sperimentale del rublo di Sestroretsk, tuttavia, il Senato si accorse che non vi era alcun vantaggio nel coniare questa moneta e il 28 settembre ne sospese la coniazione, il progetto fu abbandonato e i coni furono consegnati alla Zecca di San Pietroburgo.

Fu nell’arsenale di Sestroretsk , nei pressi di San Pietroburgo, che videro la luce le sfortunate monete da un rublo mai andate, di fatto, oltre la produzione di campioni

Nel 1836, il ministro delle finanze russo Egor Frantsevich Kankhrin (1774-1845) ordinò alla zecca di San Pietroburgo di produrre alcuni novodel (riconiazioni) utilizzando le matrici originali del rublo di Sestroretsk, già molto ricercato dai grandi collezionisti del XIX secolo. Poiché l’anello con l’iscrizione sul bordo era andato perduto, si decise di realizzarne due nuovi. Secondo gli studiosi, tra il 1840 e il 1860 furono prodotti in totale dai 40 ai 50 novodel del pesante rublo di rame. Oggi sono una rarità numismatica e una curiosità nella storia monetaria  della Russia e non solo.