Quante monete, nel mondo romano, riportano tra le innumerevoli personificazioni di divinità e virtù quelle della Clemenza e della Liberalità (Clementia e Liberalitas)? Tante, indubbiamente, ma in queste righe – pur rimanendo nella Città eterna – facciamo un salto in avanti nel tempo per approdare nell’Urbe dei pontefici e, più esattamente, nella seconda metà del XVII secolo.

Emilio Bonaventura Altieri viene eletto papa, col nome di Clemente X, il 29 aprile del 1670 e il successivo 11 maggio fu incoronato dal cardinale Francesco Maidalchini.  Al momento dell’elezione aveva ben 79 anni e nove mesi e sarebbe rimasto sul trono di Pietro fino alla morte, avvenuta il 22 luglio del 1676.

Un bel ritratto di papa Clemente X Altieri (1670-1676), il più anziano ad essere stato eletto papa nella storia della Chiesa, all’età di quasi ottant’anni

Il 16 giugno 1670 Clemente X indisse un Giubileo straordinario per inaugurare il pontificato e il 5 novembre 1672 ne indisse un per favorire l’unità dei sovrani cristiani contro la minaccia ottomana. Nel 1675, infine, celebrò il XV Giubileo ordinario: le cronache narrano che la sera del 24 dicembre 1674, ad assistere all’apertura della Porta Santa, vi erano 200 mila pellegrini e che nel corso dell’Anno Santo giunsero a Roma oltre un milione e mezzo di persone.

Tra le sue monete spicca un tipo di piastra in argento battuta a Roma nel secondo anno di pontificato (1671 e 1672) su coni incisi dal grande Girolamo Lucenti (1627-1698), che si firma al dritto EQ. HIER. LVCENTI: al dritto il ritratto del papa, a mezzo busto verso destra, al rovescio due figure femminili, Clemenza e Liberalità.

Aureo di Commodo del 192 coniato a Roma con al rovescio la personificazione della Liberalità

Queste piastre (Muntoni II, p. 245, nn. 19 e 19a) sono interessanti perché né Francesco Muntoni, appena citato, né Edoardo Martinori negli Annali della zecca di Roma (fascicolo del 1920, dalla Sede Vacante 1669-1670 al pontificato di Innocenzo XI, 1676-1689) rilevano alcuni aspetti e dettagli che, invece, vale la pena di osservare e tentare di chiarire.

Innanzi tutto, Clemenza e Liberalità non sono da intendere in modo generico come virtù che il pontefice si attribuisce: la legenda MALVM MINVIT BONVM AVGET che Mario Traina, ne Il linguaggio delle monete, traduce semplicemente come “Diminuisce il male, aumenta il bene” è infatti incompleta dal momento che sotto le due figure troviamo le abbreviazioni CLEM e LIB (per Clementia e Liberalitas) che il primo, grande studioso di monete dei papi – Saverio Scilla – nel 1715 “incastra” invece nella legenda chiarendone il significato.

clemenza e liberalità virtù papa clmente x altieri piastra argento moneta rarità numismatica

Il dritto della piastra di Clemente X del 1671 incisa da Girolamo Lucenti, che si firma nel taglio del busto del papa con tanto di titolo equestre

Malum minuit Clementia, bonum auget Liberalitas è riportato infatti come scioglimento completo nella Breve notizia delle monete pontificie… a pagina 273, dove l’erudito collezionista – che, scrivendo pochi decenni dopo il pontificato di Clemente X, doveva avere “notizie di prima mano” – sottolinea il completo significato delle personificazioni di Clemenza e Liberalità.

A proposito di papa Altieri e delle due virtù scrive lo Scilla: “Della prima ne portava il nome, e della seconda ne mostrò gli effetti, fra’ quali è notabile l’aver provveduto abbondantemente Roma; e lo stato dei Grani, essendovene gran scarsezza; e l’avere risarcito, anzi riedificato la città di Rimini, quasi affatto distrutta dal terremoto”.

clemenza e liberalità virtù papa clmente x altieri piastra argento moneta rarità numismatica

Sul rovescio della moneta Clemenza e Liberalità si dividono la scena, ispirate entrambe alla classica iconografia romana di queste due virtù

Illuminante, non c’è che dire: Clemente X riallaccia la sua monetazione a quella classica per comunicare i risultati delle sue azioni a favore della popolazione in un periodo di difficoltà nell’approvvigionamento dei cereali e, inoltre, per aver soccorso prontamente un’importante città degli Stati della Chiesa messa in ginocchio dal sisma del 14 aprile 1672, che i geologi stimano abbia avuto una magnitudo 5,7 della scala Richter.

A Rimini, in quella “catastrofe del giovedì santo“, il Palazzo del Comune era crollato con la Torre Civica, seppellendo i carcerati; stessa sorte per l’antica cattedrale di Santa Colomba e per molte chiese, monasteri, per i maggiori palazzi cittadini e la  maggior parte delle case più modeste. Un cronista dell’epoca sottolinea che “l’arco di Ottavio [Ottaviano Augusto, NdA] ha patito assai e un bastione terrapienato che lo fiancheggiava è dirupato come se fosse scosso da una mina”. Oltre cento, alla fine, le vittime.

clemenza e liberalità virtù papa clmente x altieri piastra argento moneta rarità numismatica

La piastra dell’anno secondo di Clemente X viene coniata anche all’inizio del 1672, con conio modificato aggiungendo un numerale I dopo la data MDCLXXI

Tornando alla nostra piastra, soffermiamoci quindi a osservare le due figure di Clemenza e Liberalità: la prima, infatti, porta nelle mani non solo una lunga asta, come scritto in tutti i testi, ma anche una piccola patera con all’interno – sembra di scorgere dagli esemplari meglio conservati – una moneta; per contro, la seconda regge i classici attributi della cornucopia traboccante di frutti e della tessera.

La piastra ai tipi di Clemenza e Liberalità, dunque, non ricorda affatto “le provvidenze disposte dal papa e i frutti spirituali ottenuti in occasione dell’Anno Santo 1675”: qui Mario Traina incorre in un anacronismo, dato che queste monete furono coniate nel 1671 e nel 1672. Sempre a proposito di coni, è da notare come il millesimo al dritto MDCLXXII sia stato ottenuto dal Lucenti semplicemente ritoccando (dunque, “riciclando”) il conio di dritto dell’anno precedente: una prassi tutt’altro che inusuale.

clemenza e liberalità virtù papa clmente x altieri piastra argento moneta rarità numismatica

La Clemenza, sulla sinistra, tiene nelle mani una patera e una lunga asta; la Liberalità sulla destra sorregge invece una cornucopia e una tessera

Un’ultima annotazione su quelle parole, MALVM MINVIT BONVM AVGET: la legenda così presa – “Diminuisce il male, aumenta il bene” – potrebbe anche alludere alla moneta, al denaro che, se gestito in maniera virtuosa, può produrre gli stessi opposti effetti e favorire la prosperità dei popoli e delle nazioni.

Se volete approfondire l’opera del grande incisore Girolamo Lucenti alla corte di Clemente X, potete farlo con uno dei nostri dossier speciali: trovate qui la prima parte e qui la seconda parte. Sulla figura della Liberalità nelle monete romane potete invece leggere un interessante articolo cliccando qui.