È stato il 2017 l’ultimo anno in cui la Zecca italiana ha coniato monete da 1 e 2 eurocent destinate alla circolazione (rispettivamente, in 259.976.000 pezzi e 149.976.000 pezzi); dal 2018, infatti, le monetine da 1 e 2 eurocent non vengono più coniate, in Italia, se non in poche decine di migliaia di esemplari inseriti nelle serie divisionali fior di conio e proof destinate ai collezionisti.

Parlare di “eliminazione” dei ramini dalla monetazione italiana è dunque un’imprecisione, visto che il loro corso legale permane e la loro scomparsa sta avvenendo progressivamente, con la riconsegna alla Banca d’Italia, la successiva “biffatura” e infine il riutilizzo del metallo previa fusione. “Ramini”, poi, si fa per dire, dato che è bene ricordare che per ben il 94,35 per cento le monete da 1 e 2 eurocent sono composte di acciaio mentre il restante 5,65%, la placcatura, è fatto di rame.

Dal 2018 la Zecca italiana non conia più monete da 1 e 2 eurocent per la circolazione

Monetine che spesso rimangono in fondo a un cassetto o a un barattolo e che tante persone guardano chiedendosi se valgano qualcosa e come possano essere cambiate. La maggior parte delle normali filiali bancarie, infatti, non accettano di convertire montagne di monete da 1 e 2 eurocent in spiccioli di taglio maggiore o in banconote: sarebbe un costo non gestibile.

In ogni caso, chiunquevolesse convertire i ramini in euro monete di tagli superiori o in banconote può dunque farlo in ogni momento, a patto di recarsi in una filiale della Banca d’Italia oppure in uffici postali e sportelli di banche che offrono questo servizio, tuttavia limitando il cambio a un massimo di 500 monete per operazione.

A prima vista, questa sembra una moneta da 2 euro cent del 2002 come tante ma…

Prima di dar via le monete da 1 e 2 eurocent, tuttavia, un consiglio: controllate che fra esse non si trovi qualche errore di conio come il celeberrimo “centesimo Mole” con millesimo 2002, ossia un esemplare coniato per errore usando tondello e faccia nazionale della moneta da 2 centesimi ma con la faccia comune – quella del valore, per intenderci – che reca il nominale 1 EURO CENT e non 2 EURO CENT. Questa rarità, infatti, se in fior di conio è quotata anche 2500 euro e più.

In realtà si tratta di un “centesimo Mole”, un errore di conio molto ricercato dai collezionisti

Insomma, rarità ed errori di coniazione a parte, il centesimo con su la geometrica forma di Castel Del Monte e i 2 centesimi raffiguranti la Mole Antonelliana sono destinati a diventare un ricordo come, di qui a qualche anno, sono destinati a fare la stessa fine – vuoi per la perdita di potere d’acquisto vuoi per il costo di produzione – anche gli esemplari da 5 euro cent con sopra il Colosseo.