Per chiunque abbia occasione di visitare Alessandria d’Egitto per affari, diporto o turismo, un consiglio spassionato è di andare a visitare la nuova esposizione del Museo Greco-Romano di questa città, situato in Sharia Al-Mathaf ar-Romani, 5.
Il legame di questa istituzione con l’Italia è stato ed è ancora strettissimo e molto sentito. Istituito nel 1892 dal chedivè Abbas II su iniziativa di Giuseppe Botti (1853-1903), fu aperto nel 1895 ed ebbe lo tesso Botti come primo direttore, seguito da Evaristo Breccia (1876-1967) ed Achille Adriani (1905-1982).
Fig. 1. Vista dell’ingresso del Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto dopo il resturo (ottobre 2024)
L’intenzione era di accogliere in un’unica sede le evidenze archeologiche di epoca ellenistica e romana, dalla conquista macedone alla fine del dominio bizantino, principalmente dall’area di Alessandria, ma in realtà da tutto l’Egitto; così il museo nel corso del tempo ha finito con l’accumulare nei propri magazzini e nella sale espositive decine di migliaia di reperti archeologici di straordinario valore storico-archeologico, storico-artistico, numismatico, parte dei quali sono noti grazie all’attività editoriale di Breccia (per es. E. Breccia, Le Musée Gréco-Romain d’Alexandrie, 1925-1931, Bergamo 1932).
Chiuso nel 2005 per restauri, dopo la fase di progettazione e quella operativa, interrotta per carenza di fondi nel 2011, i lavori sono stati ripresi nel 2018 e terminati nel 2023, con la nuova apertura avvenuta l’11 ottobre dello stesso anno (fig. 1).
Fig. 2. Pavimento musivo con ritratto di Berenice II moglie di Tolomeo III, coronata con una prora di nave e in abito militari
È impossibile dilungarsi in questo contesto sulle qualità considerevoli del nuovo allestimento (figg. 3, 5), sulla definizione degli spazi interni ed esterni e sui capolavori scultorei e pittorici di epoca tolemaica e romana, che comprendono la statua in basalto del bue Api scoperta presso il Serapeo di Alessandria da parte di Giuseppe Botti, il notissimo ritratto musivo di Berenice II da Thmuis (Mendes) (fig. 2), la statua lignea di Serapide proveniente da Theadelphia (Batn Ihrit) nel Fayyum, o ancora la statua marmorea colossale di Marco Aurelio da Alessandria, solo per citare alcuni esempi che colpiscono la fantasia del visitatore e che rievocano memorie sopite e talvolta quasi inconsapevoli; allo stesso modo è impossibile soffermarsi sulla mole di esempi straordinari della cultura materiale di tipo artistico e d’uso pratico (fig. 4), la cui comprensione è talora veicolata da ricostruzioni di grande efficacia.
Fig. 3. I ritratti colossali affiancati di Marco Antonio (in granito nero, rinvenuta ad Hadra) e di Cleopatra VII (in calcare nummulitico, rinvenuta a Mazarita)
A proposito di quest’ultima categoria di reperti, vale la pena di menzionare la parte superiore conservata di una statua funeraria femminile, scoperta a Ossirinco e databile tra la fine del III e gli inizi del IV secolo: tra i gioielli indossati dalla figura (bracciali e collane) spicca un ciondolo al centro del petto, con un busto umano rivolto a sinistra, il quale non può che rievocare a chi è appassionato di storia della moneta greca e romana la memoria dei pendenti monetali in uso in epoca tardo antica in tutto il Mediterraneo, ma particolarmente proprio in Egitto con gli impressionanti esempi rinvenuti ad Alessandria d’Egitto e a Memphis (entrambi oggi al Metropolitan Museum of Art di New York), adAbukir (oggi al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City) ad Assiut (oggi allo Staatliche Museen di Berlino), o genericamente nella regione come il caso presente presso le collezioni del Field Museum of Natural Historydi Chicago.
Fig. 4. Maschera funeraria femminile realizzata in gesso e stucco dipinto, con occhi di vetro, II sec. d.C.
Tra le sezioni del Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto dedicate all’esposizione di oggetti d’uso comune spicca, agli occhi degli appassionati appena ricordati, la sezione dedicata alla moneta in Egitto in età greco-romana e bizantina, strutturata con una modalità espositiva del tutto particolare, la quale purtroppo manca ancora di un apparato didascalico.
Le centinaia di esemplari esposti sono accolte per la maggior parte all’interno di quattro grandi vetrine verticali, nelle quali sono mostrate entro pannelli verticali trasparenti con fori ricavati in quello mediano per ospitare le monete, in modo da renderne visibili entrambe le facce (fig. 7).
Fig. 5. Vista di una della sale del terzo piano del Museo Greco Romano di Alessandria: sullo sfondo, le state marmoree di Asclepio e di Hygieia rinvenute a Mehamara
Purtroppo, l’assenza di un apparato didascalico e le altezze da terra che raggiungono le monete, non sempre alla portata di tutte le stature, non rendono agevole la lettura e la comprensione dei pezzi, ma l’esposizione molto scenografica genera una certa suggestione d’insieme e, unitamente all’illuminazione molto localizzata, conducono i visitatori in una specie di cielo stellato, puntellato però di monete dai riflessi aurei, argentei e ramati, il cui effetto straniate è del tutto singolare e coinvolgente (fig. 8).
Fig. 6. Parte superiore di statua funeraria femminile da Ossirinco in calcare: la figura indossa gioielli ai polsi e al collo, trai i quali è evidente un ciondolo con ritratto di profilo
Le quattro vetrine individuano periodi o serie specifiche; la prima raccoglie infatti monete greche da quelle pre-alessandrine a quelle tolemaiche fino alla fine del regno (fig. 9); la seconda illustra la monetazione egiziana prodotta dalla provincia d’Egitto nei primi secoli dell’età imperiale; la terza ospita monete di zecca romana, d’età tardo repubblicana e soprattutto dei primi secoli di quella imperiale; la quarta riguarda le fasi tardo antiche e bizantine (ma soprattutto queste ultime).
Fig. 7. Sezione espositiva del terzo piano del Museo Greco-Romano di Alessandria dedicata alla storia della moneta nell’Egitto antico
Le quattro vetrine fanno largo uso di ripostigli o di esemplari tratti da gruzzoli, per cui talvolta le monete possono essere ripetitive. Chiude la sezione una ultima grande vetrina disposta lungo la parete di fondo, nella quale sono illustrati casi particolari legati alla storia della moneta antica in Egitto, come matrici per fondere moneta d’età tardo antica (fig. 9), con la ricostruzione virtuale di una fabbrica in cui la presenza di crogioli originali è integrata in una scena animata da sagome umane incise su ampie superfici di plexiglas; compaio matrici metalliche e anche interi ripostigli, talvolta ancora aggregati dalla corrosione (figg. 10-11).
Fig. 8. Vetrina dedicata alle monete greche: una suggestiva costellazione di monete
Al di là della suggestione generata dalla modalità espositiva, nel complesso, la sezione numismatica appare di grande interesse grazie ad esemplari scelti per la loro leggibilità, anche se talvolta evidentemente restaurati con modalità chimiche forse un po’ troppo aggressive.
Il valore aggiunto a questo interesse deriva dal fatto che, come per gli altri reperti esposti, le monete sono frutto di rinvenimenti locali, alessandrini o egiziani in senso più lato, dati da gruzzoli o da scoperte singole e questa connotazione accende una considerevole attenzione non solo in termini divulgativi e partecipativi di più ampio respiro, ma anche in termini scientifici, talvolta in modo sorprendente.
Fig. 9. Matrici per fondere monete di età tetrarchica
In particolare, la vetrina dedicata alla moneta di zecca romana illustra una presenza poco documentata nella letteratura scientifica, principalmente negli studi di Erik Chritiansen: questa appare testimoniata da esemplari repubblicani (assi e frazioni dell’asse) certamente affluiti nella regione assieme alle prime monete imperiali, tra le quali sono esposti numerosi esempi di assi e dupondi di epoca giulio-claudia e flavia, ma per la verità anche successivi, particolarmente di età antonina.
In questa vetrina peraltro sono integrate monete di età alto e medio imperiale di zecche provinciali differenti da quella di Alessandria, quasi del tutto assenti nella circolazione egiziana d’età imperiale secondo la letteratura.
Fig. 10. Ripostiglio presumibilmente di tetradracme alessandrine ancora aggregato a causa della corrosione (dal porto di Alessandria)
Vanno menzionati in questo contesto alcuni esemplari in particolare:
- una moneta per Sabina di Laodicea ad Lycum in Frigia, con al dritto il busto di Sabina accompagnato dalla legenda ϹΑΒΕΙΝΑ ϹΕΒΑϹΤΗ e al rovescio Cibele stante di fronte tra due leoni con legenda ΛΑΟΔ-ΙΚΕΩΝ nel campo, inedita rispetto al recentissimo RPC III, ma probabilmente già nota al Vaillant nel volume sulle provinciali edito nel 1700 (p. 37);
- un bronzo di Amaseia nel Ponto per Settimio Severo (anno CH = 205/206 d.C.) (SNG, von Aulock, n. 29);
- un bronzo della zecca di Kasai in Cilicia per Massimo cesare (SNG von Aulock, Suppl., n. 8686);
- un bronzo di Paphos a Cipro per Giulia Domna (SNG, Cop., n. 90);
- un bronzo di Antiochia per Claudio con SC in corona (RPC I, n. 4280);
- un dupondio di Vespasiano con doppia cornucopia coniato a Roma (RPC II, n. 1983), ma per una circolazione privilegiata riferita comunemente alla Siria, anche se i rinvenimenti si concentrano quasi esclusivamente fuori dalla Siria, con questa ulteriore conferma;
- un bronzo di Zeugma in Commagene per Elagabalo con contromarca al dritto (RPC, Online, VI, t.n. 8001; GIC, n. 340).
Fig. 11. Ripostiglio di solidi di IV secolo, dell’età dei primi Valentiniani
Gli spunti che si possono trarre dalla sezione numismatica del Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto, quindi, sono numerosi e peraltro calati in un contesto più ampio in cui viene dato grande rilievo al commercio mediterraneo antico di beni di lusso, quanto di generi di largo consumo. Una visita, dunque, è certamente un ottimo modo di investire 300 lire egiziane e un paio d’ore del proprio tempo.
Fig. 12. Moneta bronzea battuta per Sabina a Laodicea ad Lycum in Frigia, mm 30 circa, inedita al RPC III
Nota bibliografica
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- Christiansen, Single Finds. The case of Roman Egypt, “Nordisk Numismatisk Årsskrift”, 2000-2002, pp. 9-24
- E. Christiansen, Coinage in Roman Egypt. The Hoard Evidence, Aarhus2004
- L’exception égyptienne? Production et échanges monétaires en Égypte hellénistique et romaine, Actes du colloque d’Alexandrie, 13-15 avril 2002, a cura di F. Duyrat, O. Picard, Le Caire 2005, pp. 279-284
- O. Picard, C. Bresc, T. Faucher, G. Gorre, M.-C. Marcellesi, C. Morrisson, Les monnaies des fouilles du Centre d’Études Alexandrines. Les monnayages de bronze à Alexandrie de la conquête d’Alexandre à l’Égypte moderne, Alexandrie 2012
- K. Savvopoulos, R. S. Bianchi, Alexandrian Sculpture in the Graeco-Roman Museum, Alexandria 2012
- J. Vaillant, Numismata Imperatorum, Augustarum et Caesarum, a Populis, romanae ditionis, graece loquentibus Ex omni Modulo percussa, Amstelaedami, apud G. Gallet, Praefectum Typographiae Amstelaedamenis Huguetanorum, 1700