La Numismatica nella scuola: periodicamente se ne parla, qualche progetto spunta qua e là in Italia in alcuni plessi, alcuni volenterosi divulgatori varcano la soglia delle aule per trasmettere ai giovanissimi l’importanza della moneta e della sua storia e qualche raro studente dedica a questa disciplina la tesina finale di terza media (leggi qui).
Eppure potremmo fare di più, come ci spiega Francesco Palma: per far entrare la Numismatica nella scuola, ossia dar vita a una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che dia mandato al Parlamento per l’introduzione di questa materia nei programmi didattici.
Lasciamo alle sue parole – proprio in questi giorni in cui tanti bambini e ragazzi italiani sono tornati sui banchi – il compito di spiegarci quanto sarebbe importante la Numismatica nella scuola italiana e alle associazioni nazionali il compito di riflettere su modi, tempi e fattibilità di quest’idea.
“In Italia, dall’unificazione in poi, il sistema scolastico non ha mai smesso di progredire, anche se in esso alcuni vuoti resistono. Il sistema scolastico ha avuto integrazioni significative nel tempo, anche grazie all’introduzione di discipline come l’Educazione civica o la Storia dell’arte, i cui benefici sono innegabili come è indubbia la necessità di introdurre una materia capace di offrire ai giovani studenti un più solido senso della socialità e dell’economia, anch’esse trasformatesi nel corso dei secoli.
La disciplina mancante potrebbe essere proprio la “Numismatica” la cui importanza risiede intrinsecamente nell’origine greca del termine stesso, Vόμισμα, e in quella latina, ereditata dalla civiltà romana, Numisma, che significano “moneta”, cioè lo strumento che cambiò il mondo per sempre, unendo i popoli, che oggi appare scontato, come la teoria dello stato stazionario secondo cui l’universo ci sarebbe sempre stato, ma non è proprio così, né per il passato e né per il futuro.
La moneta, forma tangibile del concetto di denaro
Nell’antichità, prima dell’invenzione della moneta, vigeva il baratto, inteso quale prima forma storica degli scambi di beni che, tuttavia, non sempre si dimostrava agevole per i mercanti in quanto le loro merci potevano essere rifiutate dai popoli acquirenti. Per limitare questo rischio e favorire gli scambi l’uomo inventò la moneta, cioè un dischetto di metallo coniato da autorità statali che ne garantivano lega, titolo, peso e valore.
L’origine della moneta risalirebbe al VI secolo a.C. ed è giunta fino a noi perché con essa l’umanità ha creato modelli sociali ed economici che si ripetono da secoli nei quali il denaro non ha mai smesso di esistere, perché nessuno è riuscito più a farne a meno.
La moneta sostituì il baratto grazie alla sua imprescindibile funzione di unità di misura per controllare lo scambio di merci ma, dopo quasi venti secoli di indiscutibile evoluzione stilistica, ponderale e metrologica, oggi qualcosa frena tale sviluppo, perché il denaro, spesso, misura erroneamente il grado di dignità dei cittadini, sempre più in difficoltà a gestire le esigue quantità monetali, le cui cause potrebbero risiedere sia nel rapporto sbilanciato tra il costo della vita e il valore nominale del denaro e sia in precedenti tassi di conversione iniqui.
Inoltre, sembra che il denaro stia assumendo negative parvenze astratte divenendo, al contempo, feticcio a causa di forme di egoismo che stanno generando divisione sociale ed economica sebbene circoli una moneta unica che doveva creare processi di unificazione culturale e politica tra i popoli senza disparità. Purtroppo siamo ancora lontani da questo nobile intento.
Per di più, in chiave futuristica, si sta diffondendo la moneta elettronica, di cui le masse ignorano il pericolo che sta generando, sia perché le esporrà a maggiori fuoriuscite di piccole percentuali quotidiane, che a fine anno formeranno il pagamento di una somma cospicua, e sia perché non permetterà più di misurare l’economia delle famiglie, come invece accade con la moneta coniata e le banconote stampate perché, è risaputo, ciò che è visibile è misurabile.
La Numismatica nella scuola oggi? Solo nelle università
Pertanto l’economia reale è strettamente connessa al possesso tangibile del denaro, per cui si può affermare che “l’economia è denaro” e l’unica dottrina che può spiegare l’utilità più aderente di questo rapporto è la Numismatica, scienza al momento insegnata soltanto nelle Università a pochi interessati, dunque in un ambito di nicchia che si riverbera anche sul territorio nazionale, perché per tanti rimane un concetto misterioso e sconosciuto.
Questa chiusura si verifica perché la Numismatica, al contrario della Storia, della Geografia o della Matematica, non ha mai avuto un percorso nelle scuole dell’obbligo. Cosa accadrebbe se fosse introdotta come materia scolastica fin dalle scuole elementari o integrata nelle ore dedicate alla Storia? Ci sarebbero sicuri benefici.
La Numismatica, oltre a essere relegata in un ambito accademico, è spesso accostata al collezionismo, ma questa forma di passatempo, come per le Università, è per pochi appassionati. Perciò il minimo comune denominatore dei due ambiti è la ristrettezza di persone e questo dato, con l’introduzione del denaro virtuale, è l’anticamera della dissoluzione della Numismatica in tutte le sue forme.
Cosa collezionerà un giovane senza mezzi economici importanti? Quale moneta rara dell’euro troverà in circolazione? Nessuna. Avrà solo una carta di plastica da cui decurterà denaro virtuale in corso legale per acquistare, studiare e collezionare denaro fuori corso legale. In pratica scomparirà il collezionismo delle monetazioni a corso legale, come quelle del Regno d’Italia, la Repubblica e l’euro stesso.
Portare la Numismatica nella scuola: una strada da tentare
Per arginare questo pericolo è necessario diffondere l’importanza della Numismatica e l’unico modo possibile è quello di portare a conoscenza dei più piccoli, che saranno i cittadini del domani, la bellezza del più grande patrimonio numismatico mondiale, che è proprio quello che si è costituito nel corso dei secoli in Italia.
Bisogna insegnare loro, portando la Numismatica nella scuola, nuove forme di associazione sociale, economica e morale prima con rappresentazioni teorico iconografiche, poi con lo scambio monetale diretto e simulato e infine con lo studio di una nuova storia economica.
Con la Numismatica nella scuola, che avrebbe caratteristiche didattiche in rapporto all’età dello studente, da una parte aumenterebbero i collezionisti e gli studiosi allontanando dalla tecnologia selvaggia molti giovani e dall’altra si avrebbe una nuova e più forte cognizione della gestione economica del Paese. Introducendo la Numismatica nella scuola dell’obbligo, si giungerebbe allo scopo più elevato dell’invenzione della moneta mai raggiunto prima d’ora.
Nascerebbero nuovi posti di lavoro, si dischiuderebbero nuovi interessi e conoscenze e sorgerebbe un’economia nuova, improntata sia allo sviluppo economico che alla tesaurizzazione. In questo caso gli operatori dei settori scolastici, editoriali, accademici, culturali, associativi, ricreativi e commerciali si moltiplicherebbero ovunque.
Tutti insieme per una legge di iniziativa popolare
Propongo di introdurre la Numismatica nella scuola, quale nuova disciplina formativa, per realizzare un percorso nuovo che si concluderà nei più importanti luoghi del sapere (Università). La richiesta parte dal basso ma, per condurla alla decisione politica tramite l’espressione popolare, occorre la collaborazione, la volontà, la forza e l’impegno di tutti i rappresentanti numismatici.
Mi rivolgo ai professionisti accademici, agli operatori pubblici, privati e commerciali del settore, agli studiosi e ai collezionisti privati. Insieme possiamo realizzare un progetto unico adoperando uno degli strumenti che la democrazia ci offre, cioè avviare l’iniziativa legislativa popolare ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione secondo cui occorrono 50 mila firme (certificate con documento d’identità) per presentare un progetto redatto in articoli senza limiti.
Amici numismatici, abbiamo dei diritti riconosciuti come cittadini, possiamo organizzarci, come non era mai accaduto con la creazione di un tavolo moderato da importanti associazioni riconosciute, come i Numismatici italiani professionisti, i Numismatici italiani associati, l’Accademia italiana di studi numismatici, la Società numismatica italiana o la Associazione italiana cartamoneta, e legarci in Rete con una piattaforma o un giornale dedicati dove sottoscrivere con SPID o CIE.
Se superiamo le 50 mila sottoscrizioni il Parlamento dovrà discutere la proposta di legge e sono sicuro che valicheremo la soglia se raccoglieremo le firme anche attraverso punti di raccolta nelle scuole per i più piccoli, nei mercatini per gli amatori, nei negozi di Numismatica, nei circoli e nei più importanti convegni numismatici nazionali per studiosi e collezionisti e, in genere, nelle città e nelle case per chi avrà a cuore questa nobile causa.
Una rete nazionale per la raccolta delle firme
Appurata la volontà di tentare l’iniziativa, chi ha già attività numismatiche avviate, di natura culturale, divulgativa o commerciale, potrebbe istituire i primi avvisi per la raccolta delle firme e renderli visibili in rete (presso la sede dell’associazione X o presso il negozio Y, nel normale orario di apertura al pubblico, è possibile firmare per un progetto di legge di iniziativa popolare, ai sensi dell’articolo 71 della Costituzione, ad oggetto “Introduzione della Numismatica nelle scuole dell’obbligo”).
Non importa quanto tempo ci impiegheremo, noi numismatici abbiamo l’obbligo di raccogliere i sacrifici e l’eredità dei nostri predecessori per dare una volta per tutte dignità alla Numismatica, che non dovrebbe essere solo di nicchia e di collezionismo ma anche un diritto allo studio diffuso fruibile da tutti che, presto o tardi, scriverà nuove pagine di Storia.
Affinché possa realizzarsi il nostro sogno comune, vi lascio la mia prima firma.