La monetazione della Reale Repubblica Napoletana continua a riservare piccole, interessanti novità: due anni fa circa fu la volta di una pubblica con simbolo di coniatore (•8•) fino ad allora inedito (leggi qui), oggi un altro segno distintivo spunta su un esemplare presto all’asta. Ma andiamo con ordine.
Il 22 ottobre 1647, dopo la cacciata delle truppe spagnole in seguito alla sollevazione generale che seguì a quella del popolo contro l’aristocrazia capitanata dal pescatore, pescivendolo e contrabbandiere Thomaso Aniello d’Amalfi, noto come Masaniello (Napoli, 1620-1647), a Napoli fu proclamata dal capo popolo Gennaro Annese (Napoli, 1604-1648) la Reale Repubblica Napoletana.
E’ una città in fermento, la Napoli di metà Seicento che caccia gli Spagnoli grazie alla guida di personaggi come Masaniello e Gennaro Annese
Tale Repubblica avente una particolare doppia natura di governo – repubblicana e monarchica – assunse diversi nomi ufficiali: “Serenissima Repubblica di questo Regno di Napoli”, “Serenissima Monarchia Repubblicana di Napoli”, “Reale Repubblica Napoletana”, ma durò poco: finì infatti il 5 aprile 1648, in seguito alla caduta del forte di Nisida e al rientro in città delle truppe spagnole.
Presto in asta ACM Aste un’interessante pubblica
Grazie alla disponibilità della ditta ACM Aste di Napoli, che la proporrà nella propria vendita 33 del 19 settembre 2024, possiamo dare descrizione e immagini di una moneta, una pubblica napoletana che arricchisce un panorama di emissioni ampio e complesso.
Al lotto 909 figura infatti un esemplare con la seguente descrizione: “Zecche Italiane. Napoli. Repubblica Napoletana. 1647-1648. Pubblica 1648. GAC S. Ag. Mag. 3. Peso gr. 7,60. Diametro mm. 26. SPL+. Simbolo colomba inedito, conservazione insolita. (1824). Grading/Stato: SPL+”.
La moneta oggetto di questa segnalazione è interessante perchè reca come segno di coniatore una colomba in volo verso sinistra per l’osservatore, simbolo che, sino ad oggi, non sembra essere descritto da nessun testo o articolo. La moneta è in rame, pesa 7,60 grammi, ha un diametro di 26 millimetri e l’allineamento dei coni è di 15°.
Descrizione e annotazioni sul dritto
Al dritto, la pubblica reca lo stemma della Repubblica – scudo coronato – contenente in una fascia la sigla SPQN, che sta per “Senatus Populus Que Neapolitanus”, ossia “Il Senato e il popolo napoletano”; le lettere della sigla non sono della stessa grandezza: la S è più grande delle altre e la parte alta copre il bordo superiore della fascia; la N è più piccola e la prima asta verticale (quella rivolta verso il basso) supera il bordo inferiore della fascia. Lo stemma nella parte sinistra sembra essere ribattuto per slittamento.
Sul bordo, a partire dalle ore 1 e terminante a ore 11, diviso dalla corona sovrastante lo scudo, in senso orario, si legge HEN (la parte superiore della N è tagliata) • LOR (tutte e tre le lettere sono tagliate nella parte superiore) • DUX (la D è leggermente tagliata nella parte sommitale) • REI • N.
Il conio è leggermente decentrato verso destra per l’osservatore, per cui il bordo perlinato è presente solo nel tratto tra ore 9 e 11, per circa un quarto in alto a sinistra rispetto all’osservatore della moneta. Negli esemplari interamente leggibili la legenda è HEN • DE • LOR • DUX • REI • N (“Enrico di Lorena duce della Repubblica Napoletana”) e il bordo esterno è perlinato.
Descrizione e annotazioni sul rovescio
Al rovescio, in circolo, l’esemplare illustrato presenta sul bordo, a partire da ore 1, la legenda • PAX • ET • VBERTAS• 1648 • (“Pace e prosperità 1648”); legenda completa anche se le lettere appaiono di diverso spessore e alcune sono tagliate alla sommità; i segni divisori delle parole in alcuni casi tendono a essere triangolari o pochissimo percettibili, ma potrebbe essere dovuto a consunzione.
Nel campo tre spighe di grano sul lato sinistro, per l’osservatore, e un ramo diolivo, sulla destra, legati fra di loro, sormontati dal monogramma in due righe del maestro di zecca di diritto GA | C corrispondente a Giovan (o Giovanni) Andrea Cavo, e sotto, tra gli steli, la colomba volante a sinistra.
Un altro esemplare di pubblica napoletana: in questo caso il sibolo del coniatore è un 3
Giovan Andrea Cavo fu in attività come maestro di zecca dal 6 ottobre 1636 al 1655-1656; il 13 settembre 1656 risulta già deceduto ma, dato che si non conoscono monete recanti il monogramma GAC con millesimo successivi al 1648, si potrebbe ipotizzare che Giovanni Maria Cavo abbia terminato in quell’anno l’attività come di maestro di zecca.
Altri segni di coniatore sulla pubblica
Prima di questo rinvenimento si conoscevano i seguenti già numerosissimi simboli sugli esemplari di pubblica napoletana: A, B, |B|, C, C coricata sul dorso, D, E, F, F coricata sul davanti, F capovolta, G, I, K, L, M, MI, m, N, O, •O•, P, Q, R, R retrograda, S, •S•, S retrograda, T, V, X, XX, Z, Z retrograda, •Z•, 2, 3, 4, 4 retrogrado, 6, 6 coricato sul dorso, 7, 8, •8•, 9.
E ancora: ampolla, cavaliere, corona, croce a bracci uguali, fiore, fungo, giglio araldico, globo, mezza luna con le punte verso l’alto, due mezze lune sovrapposte, quadrupede col corpo basso e allungato andante a sinistra, serpente, scudetto, stella, testina, testina di drago, trifoglio, torre, vaso, volatile. Senza contare i seguenti segni di coniatore che riportiamo nella loro forma grafica:
Se il simbolo manca (ma poi, manca davvero?)
In alcuni esemplari di pubblica della Reale Repubblica Napoletana il simbolo del coniatore sembra essere assente, ma tale caratteristica può essere dovuta anche all’usura, data la bassa conservazione di numerosi esemplari: per poter affermare l’effettiva assenza del simbolo del coniatore si dovrebbe rinvenire un esemplare in alta conservazione che mostri in modo evidente tale peculiarità.
Bibliografia essenziale
- AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum. Vol. XIX. Italia Meridionale Continentale. Napoli, Parte I. Dal Ducato napoletano a Carlo V, Roma 1940, Vol. XX. Italia Meridionale Continentale. Napoli, Parte II. Da Filippo II alla chiusura della zecca, Roma 1943.
- Cutolo Angelo a, San Gennaro e la sua effige nella monetazione napoletana, nel terzo volume del “Bollettino” edito dal Circolo Numismatico Partenopeo, Napoli, 2016.
- Cutolo Angelo b, Una pubblica della Reale Repubblica Napoletana il cui simbolo del coniatore non è stato ancora censito” in Cronaca Numismatica, 08 ottobre 2019.
- Cutolo Angelo c, Una pubblica della Reale Repubblica Napoletana il cui simbolo del coniatore non è stato ancora censito, in Panorama Numismatico, gennaio 2020.
- Cutolo Angelo d, Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S, in Panorama Numismatico, giugno 2023.
- D’Andrea Alberto e Andreani Christian, Le monete napoletane dai Bizantini a Carlo V, Edizioni D’Andrea, Castellalto (Te) 2009.
- Magliocca Pietro, Maestri di Zecca, di Prova ed Incisori della Zecca Napoletana dal 1278 al 1734, Editrice Diana, Cassino (Fr) 2013, pp. 77-84.
- Magliocca Pietro, La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503 – 1680, Nomisma Edizioni 2020, pp. 251, 256-257.
- Pannuti Michele e Riccio Vincenzo, Le monete di Napoli. Dalla caduta dell’Impero Romano alla chiusura della zecca, NummorumAuctiones S.A. Lugano, Napoli 1984.
- Posteraro Luigi, Un ripostiglio di monete recentemente rinvenute in Capua. Pubbliche e grana coniate in Napoli al tempo della Repubblica napolitana (1648), Napoli 1914.