È stata riaperta al culto dopo un radicale restauro il 25 marzo del 2000, giorno dell’Annunciazione, la piccola chiesa della Madonna della Rosa, situata a ridosso del centro storico di Correggio, appena oltre la cerchia muraria cinquecentesca della cittadina in provincia di Reggio Emilia.
Un luogo di devozione caro ai cittadini di Correggio già dal lontano 1440 quando Giberto da Correggio volle che venisse eretta una cappella dedicata a Sant’Orsola. Quasi sessanta anni dopo, nel 1496, Nicolò da Correggio e la moglie Cassandra Colleoni vi fondarono il monastero femminile del Corpus Domini, al quale fu annessa la cappella da quel momento affidata alle monache.
La chiesa della Madonna della Rosa a Correggio (Reggio Emilia) in una foto di fine XIX secolo, con attorno il vecchio cimitero
Durante la guerra contro gli Estensi, nel 1557, il cenobio venne distrutto per necessità difensive: solo la cappella si salvò assieme ad una “camerazza” nella quale si venerava l’immagine della Madonna della Rosa, considerata dispensatrice di grazie.
Dal 1607 iniziarono le manifestazioni miracolose della Vergine, e, in seguito al crescere del culto e delle offerte, le monache che curavano la cappella la provvidero di nuovi arredi. Iniziarono contestualmente anche dei lavori che la trasformarono in “chiesuola” ampliando la cappella stessa, con sacrestia e casa per il parroco.
Nelle sue forme attuali la chiesa della Madonna della Rosa venne edificata come ex voto dal principe Siro di Camillo da Correggio nel 1625, sborsando la non indifferente cifra di mille scudi d’oro. L’edificio sacro, un tempio votivo, fu ufficialmente consacrato il 16 luglio 1626, quando il bassorilievo in terracotta policroma invetriata raffigurante la Madonna della Rosa venne tolto dalla primitiva cappella e posto nel presbiterio, sopra l’altare dove ancor oggi si trova.
L’antico bassorilievo in terracotta policroma invetriata che dà il nome alla chiesa
Una chiesa come ex voto, o quasi… Ma per cosa? La realtà storica è curiosa: Siro da Correggio, non era quel che si dice “uno stinco di santo” e nel 1620 il principe di Correggio era stato fortunosamente rilasciato dale carceri milanesi del Sant’Uffizio, dove era imprigionato per aver fatto bastonare un domenicano membro del Tribunale dell’Inquisizione, Girolamo Zambeccari.
Ebbene, a caldeggiare la liberazione di Siro fu la madre Francesca Bellini, che fece opera di persuasione presso papa Paolo V Borghese affinchè sciogliesse i ceppi che tenevano il figlio lontano dalla sua Correggio. Il pontefice, alla fine, acconsentì ma a patto che Siro facesse costruire una chiesa per la sua liberazione.
Un bell’esemplare da 8 soldi a nome di Siro d’Austria, periodo 1616-1630, con al rovescio l’immagine della Madonna della Rosa venerata a Correggio
Ecco che dalla zecca di Correggio, a memoria del “mezzo miracolo” ottenuto dalla madre del principe Siro d’Austria uscì così una moneta da 8 soldi in mistura sul cui rovescio troviamo, per l’appunto, la Madonna della Rosa con la leganda latina VBER[VM] TVOR[VM] MEMORES (“Memori delle tue mammelle”) a simboleggiare l’adempiuta “promessa” sia nei confronti della propria madre terrena che di quella celeste. Al dritto di questa rara 8 soldi il busto corazzato di Siro, rivolto verso destra, con legenda SYRVS AVSTR CORR PRINC.
Forse la moneta venne emessa per posa della prima pietra della chiesa, più probabilmente in occasione della consacrazione. In ogni caso, “il lupo perde il pelo ma non il vizio” dato che nel 1623 Siro fu accusato da Vienna di aver permesso la falsificazione di monete imperiali nella zecca di Correggio e a Brescello.
Molto rara da reperire, in molti casi la moneta è proposta in bassa conservazione
Ancora sotto processo, nel 1629, durante la Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, Sirò fuggì da Correggio occupata dagli imperiali e gli venne intimato di pagare un’ammenda di 230.000 scudi, pena la decadenza dal titolo.
Nel 1630 la confisca dei possedimenti: Siro si trovò senza poter pagare il riscatto e si recò a Vienna per supplicare l’imperatore, ma senza esito. I suoi domini vennero così ceduti agli Este, cancellando la signoria di Correggio come era stata fino ad allora. E Sirò morì esule, a Mantova, nel 1645.