I primi euro di San Marino rappresentano – come quelli del Vaticano e del Principato di Monaco – una pagina particolare nella storia della moneta unica: queste monete, infatti, ebbero tutte una tiratura limitata e una circolazione residua, se non nulla, diventando oggetto di collezionismo e purtroppo, in alcuni casi, di autentiche speculazioni commerciali.
Le facce nazionali degli euro sammarinesi in uso dal 2002 al 2016
Per quanto riguarda la Repubblica del Titano, vennero commercializzate nel 2002 ben 120.000 serie divisionali complete, dal centesimo ai due euro, tutte in fior di conio; a queste, si aggiunsero miniset contenenti gli spiccioli da 20 e 50 eurocent che veicolarono, dei due nominali, rispettivamente 220.000 e 205.800 esemplari, mentre in circolazione andarono 100.760 monete da due euro, 205.800 da un euro, 75.400 da 50 centesimi e 147.400 da 20 centesimi.
San Marino, paese che per primo si è avvalso nel 2017, della facoltà di poter rinnovare dopo 15 anni le facce nazionali, affidò il design della prima serie di euro monete all’artista tedesco di origine ceca František Chochola (1943-2022) il quale realizzò una serie di bozzetti che finora nessuno ha mai mostrato.
František Chochola (1943-2022), autore dei bozzetti per i primi euro di San Marino
Figlio di un industriale dell’allora Repubblica Ceca, dopo gli studi di scultura all’Accademia di Belle arti e alla Scuola Artigianato a Bechyně nel 1963, Chochola lavorò come restauratore nella sua città natale, Kolín. Pochi anni dopo iniziò a lavorare come scultore e medaglista anche emigrando ad Amburgo, in Germania, nel 1970 e diventando nel 1992 cittadino tedesco.
Rinvenuti negli archivi dell’ex Ufficio filatelico numismatico del Titano, oggi Divisione filatelica e numismatica di Poste San Marino, i disegni originali dei primi euro di San Marino – i cui coni vennero incisi presso la Zecca di Roma dal maestro Ettore Lorenzo Frapiccini – sono oggi conservati nel patrimonio del MFM Museo del francobollo e della moneta e in esclusiva possiamo mostrarveli in tutta la loro bellezza.
La serie di bozzetti per i primi euro di San Marino è composta di dodici disegni a matita, ossia gli otto prescelti per la coniazione e quattro proposte inedite, che è quanto mai affascinante riscoprire immaginando come sarebbero potute essere quelle monete che, invece, non hanno mai visto la luce e cercando di capire perché all’epoca tali proposte furono accantonate.
Per quanto riguarda i tagli più bassi della serie euro, Chochola propose a San Marino soggetti semplici e che risultassero distinguibili anche nei piccoli diametri di queste pezzature: la Terza Torre (o Montale) per il centesimo, la Statua della Libertà per i 2 centesimi, la Prima Torre (Guaita) per la moneta da 5 eurocent.
Due i bozzetti “scartati” per questi nominali: sul primo, senza indicazione di nominale, l’artista disegnò il leone in bronzo che tiene lo stemma con le Tre Penne e la parola LIBEERTAS che adorna lo scalone dell’atrio di Palazzo Pubblico, mentre sul secondo – destinato esplicitamente alla moneta da 2 centesimi, raffigurò uno scorcio della Seconda Torre (Cesta).
Bozzetti approvati e non per le monete da 1, 2 e 5 eurocent (Courtesy Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, riproduzione vietata)
Passando ai tagli in nordic gold da 10, 20 e 50 centesimi, František Chochola realizzò invece disegni con la facciata della Basilica di San Marino (per i 10 eurocent), due diverse immagini del santo fondatore per i 20 centesimi (quella del Guercino, poi prescelta, e quella di Emilio Retrosi nella Sala del Consiglio grande e generale) e altrettante vedute del Monte Titano con le tre torri per la moneta da 50 eurocent.
Una di queste, a motivo della ridotta visibilità delle architetture, venne alla fine accantonata, mentre per quanto riguarda le due proposte con il santo Marino, quella del Retrosi – oltre a essere meno conosciuta – presentava l’aureola (simbolo religioso non consentito dai regolamenti europei) e quindi venne lasciata nel cassetto.
Bozzetti per i primi euro di San Marino: pezzi da 10, 20 e 50 eurocent (Courtesy Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, riproduzione vietata)
Entrambe approvate, invece, le proposte per le monete bimetalliche da uno e due euro sammarinesi sulle cui facce nazionali vennero impressi, rispettivamente, l’emblema nazionale e la facciata del monumentale Palazzo pubblico, sede della Reggenza e delle massime istituzioni della Repubblica.
Per parte sua, la Zecca di Roma si limitò ad apporre sui coni il segno R e la sigla ELF dell’incisore Ettore Lorenzo Frapiccini, e così l’avventura di San Marino nell’euro ebbe inizio.
I disegni del maestro Chochola per le bimetalliche da 1 e 2 euro (Courtesy Istituti Culturali della Repubblica di San Marino, riproduzione vietata)
Ecco svelati, dunque, a ventidue anni dal loro debutto in circolazione, i primi euro di San Marino, o meglio quelle opere d’arte uniche, nate dalla matita di un valente artista, che si sono trasformate in milioni di sonanti monete portando in tutto il mondo, tra i collezionisti numismatici e non solo, la storia, le bellezze e i valori della Repubblica del Titano.