di Mathias Paoletti | Il 17 maggio di cinquanta anni fa veniva lanciato IRIS (International Radiation Investigation Satellite), il primo satellite europeo: era dedicato alle ricerche sul vento di particelle e raggi X emessi dal Sole.
Noto anche come ESRO-2B, dal nome dell’allora Organizzazione Europea per la Ricerca Scientifica (European Space Research Organization), venne lanciato con un razzo Scout-B da Vandenberg, in California.
“Il lancio con un razzo statunitense fu una sorta di regalo di battesimo fatto dalla Nasa all’Esro” ha spiegato l’Esa, che nacque dalla fusione tra Esro e Organizzazione Europea per lo sviluppo dei lanciatori (Eldo). Sin dalla sua nascita, nel 1958, la Nasa, ha proseguito l’Esa, mostrò la volontà di cooperare con l’Europa nelle scienze spaziali e la prima occasione fu il satellite ESRO-2A, che però andò distrutto subito dopo il lancio.
Pesante circa 80 chilogrammi, IRIS ESRO-2B era sostanzialmente uguale al predecessore: di forma cilindrica, misurava 85 centimetri di lunghezza e 76 di diametro ed era equipaggiato anche con gli stessi strumenti. Tuttavia, anche questo satellite non ebbe vita facile: nel dicembre del 1968, lo strumento per registrare i dati degli esperimenti a raggi X si ruppe e da quel momento non riuscì più a inviare dati a Terra. Gli altri esperimenti, per rilevare i raggi cosmici e le particelle intrappolate dal campo magnetico terrestre nella fascia di Van Allen, continuarono a funzionare per tre anni, fino a quando, il 9 maggio 1971, il satellite venne fatto rientrare nell’atmosfera.
Il Regno del Belgio ha diramato da pochissimo il bozzetto della 2 euro celebrativa che sarà emessa in 250 mila esemplari fior di conio ed appena 7500 esemplari proof dal 20 settembre per ricordare la prima avventura europea nello spazio. La faccia nazionale mostra, a sinistra, il satellite in orbita attorno alla Terra, con le date 1968 e 2018 e il nome ESRO-2B. Sotto il satellite, è possibile vedere la sigla IRIS mentre il codice del paese BE e i due marchi di zecca del maestro di zecca belga Herzele e della città olandese di Utrecht (sede dell’officina che sta coniando le monete) completano il tutto. Sotto il globo terrestre ci sono le iniziali dell’artista Luc Luycx che ha elaborato la composizione.
Alla moneta da 2 euro, destinata ad una diffusione continentale anche grazie al confezionamento in coincard (disponibile con iscrizioni nelle due lingue più importanti del paese, il francese e l’olandese), si aggiungerà sempre dal 20 settembre una seconda emissione, da 20 euro in argento proof, sullo stesso tema (titolo 925 millesimi, g 22,85 per mm 37,00).
Al classico dritto di questo tipo di celebrative di Bruxelles – con valore, nome del paese e mappa d’Europa stilizzata – si abbina al rovescio una veduta ad altorilievo del globo terrestre, focalizzata sul nostro continente e sorvolata dal primo, storico satellite europeo riprodotto in tutti i dettagli. Nel campo le date e la sigla IRIS, attorno il nome per esteso di quel primo dispositivo realizzato in Europa e lanciato alla conquista dei segreti del Sole.