Doppio omaggio da Madrid per una moneta d’oro da 100 scudi coniata quattro secoli fa per ostentazione e di cui si conserva un solo esemplare

 

a cura della redazione | La Spagna ha emesso a fine anno due interessanti monete il cui tema è la storia numismatica del paese e, nello specifico, una moneta d’oro da primato che ha segnato la storia del XVII secolo.

Nel 1623 giunse in Spanga il principe di Galles, Carlo, per concludere l’accordo matrimoniale con il figlia più giovane del re Filippo III, la principessa Maria Ana. In quell’occasione, l’augusto ospite visitò la città di Segovia e il Real Ingenio, l’avanzata officina monetaria che operava sul luogo, con macchinari alimentati ad acqua.

Il Real Ingenio di Segovia, zecca basata su tecnologie idrauliche aperta nella seconda metà del XVI secolo, è oggi un museo visitato da migliaia di turisti

Nell’occasione, come omaggio al principe Carlo, vennero coniati sette esemplari di una moneta d’oro da record chiamata centén, del valore di ben cento scudi. Uno solo di questi centén sopravvive e si trova presso il Museo Casa de la Moneda di Madrid.

Il centén fu emesso per la prima volta nel 1609 sotto il regno di Filippo III, e fu coniato anche sotto i regni di Filippo IV e Carlo II; una moneta da ostentazione che pesa ben 338,05 grammi di oro puro e ha un diametro di è di 71,5 millimetri, che la rende la più grande moneta d’oro mai coniata in Europa in quell’epoca. Queste monete, tuttavia, non erano previste nella legislazione monetaria del tempo così si rendeva necessaria l’autorizzazione del sovrano per consentirne la coniazione, sempre in piccolissima serie.

Eccolo, il cénten coniato nel 1623 per la visita in Spagna di Carlo, principe di Galles: questo è l’unico esemplare superstite di questa 100 scudi oro ed è conservato a Madrid

Il Real Ingenio di Segovia era una zecca meccanizzata pionieristica, che può essere considerata due secoli in anticipo sugli stabilimenti monetari dell’epoca industriale. Basata su una tecnologia fondamentalmente di origine rinascimentale, la zecca laminava e coniava monete sfruttando mulini idraulici e coni cilindrici con matrici multiple fra i quali passava la lastra metallica da coniare. Le monete venivano poi fustellate una volta uscite dalla macchina a rulli.

Segovia è riconosciuta come uno degli esempi più antichi e importanti di architettura industriale in Europa: voluta da Filippo II nel 1583 fu la prima zecca meccanizzata in Spagna oltre alla prima appartenne direttamente alla Corona. L’impianto era in grado di effettuare l’intero processo di lavorazione, dal metallo grezzo al prodotto finale, ossia la moneta.

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La moneta da 100 euro in argento dorato che la zecca di Spagna ha emesso per i quattro secoli di quella che all’epoca fu la moneta d’oro più grande in Europa

I macchinari erano stati prodotti ad Hall, nel Tirolo, dove operavano già da qualche tempo sulla base di progetti elaborati ad Augusta, in Germania, attorno al 1550. Narrano le cronache che il convoglio che portò i componenti fino a Segovia destò meraviglia ovunque passasse: si trattò, per così dire, del “trasposto eccezionale” più cospicuo dell’epoca.

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L’interno della zecca di Segovia e i coni cilindrici del cénten sui 10 euro in argento proof della serie dedicata ai tesori della numismatica spagnola

A fine 2023 la Real Casa de la Moneda spagnola ha reso omaggio al 400° del centén con due monete, la prima delle quali è una 100 euro in argento 925 proof placcato oro (mm 73, g 168,75, 2500 esemplari) che riproduce per l’appunto l’esemplare di moneta d’oro da record del 1623 conservato al museo della zecca di Spagna; a questa si aggiunge una 10 euro in argento 925 proof (mm 40, g 27, 5000 esemplari) che mostra invece i curiosi coni cilindrici usati per la battitura idraulica di quella storica moneta da ostentazione.