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Al Museo dei Vescovi della città pugliese è aperta una bella mostra numismatica che sottolinea l’utilità a fini pubblici del collezionismo privato

 

a cura della redazione | Dal 15 dicembre 2023 è visitabile al Museo dei Vescovi di Canosa di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani, la mostra Obolòs, il caso Mancini, un allestimento numismatico a cura della Fondazione Archeologica Canosina con circa 300 pezzi dal periodo greco al Regno delle Due Sicilie.

L’esposizione si inserisce tra le attività che, durante il 2023, la Fondazione ha realizzato per celebrare il trentennale dalla sua costituzione, ed è allestita con una selezione delle monete donate alla FAC dal collezionista Cataldo Mancini. Si aggiungono ulteriori reperti di epoche diverse, provenienti da donazioni fatte al museo nel corso degli anni.

Il Museo dei Vescovi di Canosa di Puglia ospita la mostra Obolòs, il caso Mancini

Nella collezione Mancini, che si compone di oltre tremila pezzi, spiccano autentiche rarità del periodo arcaico, greco e dell’Impero romano. L’allestimento, ad opera di Sandro Sardella e Michela Cianti, rende fruibile una selezione di interessanti pezzi greci e romani della raccolta numismatica e comprende anche una serie di monete più recenti, risalenti al Regno delle Due Sicilie.

La mostra numismatica di Canosa di Puglia, sottolineano gli organizzatori, intende anche accendere i riflettori sull’importanza dei collezionisti e delle collezioni private, soprattutto quando, come nel caso di Mancini, questi decidono di mettere a disposizione della collettività i beni di interesse storico acquistati o ereditati nel corso della vita.

Monete dalla ex collezione privata di Cataldo Mancini, reperti e donazioni in mostra

Si tratta, nel caso di Mancini, di un esempio di collezionismo illuminato e di mecenatismo culturale che un tempo era molto diffuso – si pensi a personaggi come Nicola Bottacin o Nicolò Papadopoli – e che ha di fatto costituito il nucleo principale delle raccolte numismatiche pubbliche.

L’auspicio della esposizione – che sarà visitabile per i prossimi mesi – pertanto, è anche quello di approfondire il ruolo dei privati al fine di incentivare un loro coinvolgimento sempre più incisivo nella condivisione del patrimonio culturale. Un esempio di sinergia da ripetere e che dovrebbe contribuire a una mentalità più aperta nel rapporto fra istituzioni pubbliche e collezionismo privato.