Divagazioni sul kolossal di Ridley Scott e sul Napoleone che, invece, la numismatica e la medaglistica ci raccontano in un modo tutto speciale
di Roberto Ganganelli | È senza dubbio uno dei successi di questa stagione cinematografica, Napoleon di Ridley Scott: oltre due ore e mezzo di film che ripercorrono la vita del Bonaparte dal primo, eclatante successo militare – la presa di Tolone del 1793 – all’esilio di Sant’Elena e alla morte, avvenuta il 5 maggio del 1821.
Spettacolare, scenografica, curata nelle ambientazioni e nei costumi e ricca di effetti speciali, la pellicola rende bene la drammaticità delle battaglia come quella di Austerlitz e di Waterloo, come il profondo rapporto con la prima moglie Giuseppina, andato ben oltre le nozze con Maria Luisa d’Austria.
Tuttavia – anche se forse il regista Ridley Scott voleva proprio questo – la figura di Napoleone appare totalizzante e, almeno a tratti, perfino grottesca. La visione “americana” degli autori del film fa scomparire tutto ciò che non sia funzionale a una serie di “quadri narrativi” che estrapolano, dalla parabola dell’artigliere divenuto imperatore, vicende particolari e, a loro modo di vedere, sufficienti a delineare l’uomo e il suo mito.
Napoleone e le monete: una rivoluzione europea
Se Ridley Scott conoscesse la numismatica e la medaglistica di quel periodo, tuttavia, avrebbe probabilmente compreso meglio il fenomeno Napoleone e quanto determinante quest’uomo sia stato per l’evoluzione dell’Europa da allora in poi, addirittura fino a oggi.
La lungimiranza del Grande Corso appare in tutta la sua portata nella frase: “Abbiamo bisogno di una legge Europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e misure uguali, abbiamo bisogno delle stesse leggi per tutta Europa”. Parole che, se da una parte rivelano un disegno egemonico sul continente, dall’altra mostrano una modernità eccezionale e che, nei fatti, sarebbero sopravvissute fino a oggi all’uomo che le aveva pronunciate.
Pensiamo in particolare all’importanza della moneta: quel franco nato nel 1795, sulle ceneri della Rivoluzione, sarebbe stato ribattezzato “germinale” nel 1803 e diffuso in tutti i territori conquistati dalla Francia di Napoleone; in seguito sarebbe rimasto – solo per fare qualche esempio – sotto forma di lire piemontesi e italiane, franchi francesi ovviamente, pesetas e altre valute nazionali.
Da quel sistema uniforme sarebbe nata l’Unione monetaria latina, nel 1865, che sarebbe stata alla base di un sistema monetario – esteso perfino ad alcuni paesi del Sud America – de facto fino allo scoppio della Prima guerra mondiale e de iure addirittura fino al 1927. Un sistema cui l’Unione Europea si è a sua volta ispirata per la divisa continentale divenuta in vent’anni, nel bene e nel male, uno degli strumenti monetari più forti e diffusi a livello planetario.
Le medaglie e il mito fra propaganda e realtà
Soffermiamoci quindi sulla medaglistica napoleonica: se Ridley Scott avesse potuto ammirare la “storia metallica” del Bonaparte avrebbe forse compreso meglio la complessità dell’uomo, del personaggio e del mito che invece è stato ridotto – almeno a parere di chi scrive – a un simulacro dall’esiguo spessore psicologico rispetto a quella che è stata la realtà.
Le medaglie furono per Napoleone e la sua epoca un formidabile mezzo di comunicazione e, certo, di propaganda politica, ma se la figura del Bonaparte in vesti di “cesare” e Maria Luisa nei panni di “augusta” appare agiografica e ideale, addirittura inutilmente pomposa, sono invece così reali gli edifici pubblici, le infrastrutture come ponti e strade, le istituzioni come camere di commercio e musei di cui Bonaparte e la sua epoca disseminarono l’Europa e che, in molti casi, sono tuttora sotto i nostri occhi o parte della nostra realtà.
Il privilegio di essere numismatici…
Noi appassionati e cultori di numismatica e medaglistica, dunque, siamo dei privilegiati: gli oggetti della nostra passione, infatti, ci regalano una visione multiforme della storia della quale – senza mai dimenticare l’importanza dei libri e dei documenti! – possiamo farci un’idea sfaccettata e critica, senza cadere in visioni parziali.
Conoscendo monete e medaglie Ridley Scott avrebbe forse girato un Napoleon un po’ diverso, insomma. Ma queste sono solo “idee da numismatici” e… non diventeranno mai un film campione d’incassi!