Quando una moneta ci svela fisionomia e carattere di un personaggio: è il caso di Giulio Cesare e del primo e più bel denario col suo profilo
di Roberto Ganganelli | Ci sono momenti epocali che la numismatica sa rendere eterni: è il caso di quando, tra la fine di dicembre del 45 a.C. e l’inizio di gennaio del 44 a.C. Giulio Cesare, come si deduce da un passo di Cassio Dione (XLIV, 4, 4), ricevette dal Senato di Roma l’autorizzazione ad apporre il suo ritratto sulle monete.
Giulio Cesare, il primo romano vivente ad apparire in moneta
Un privilegio mai concesso a nessuno prima di allora, a Roma, e un passaggio fondamentale nell’evoluzione del potere di Giulio Cesare. Nasce così un denario di grande rarità (Crawford 480 e relative varianti) che, per l’appunto, al dritto ci mostra il profilo rivolto a destra, laureato del personaggio con dietro un lituus (il bastone ricurvo usato come strumento sacrificale) e l’iscrizione DICT[ator] QVART[um]. Al rovescio troviamo invece l’immagine di Giunone Sospita su una biga in corsa verso destra, con lancia e scudo, e in basso il nome M. METTIVS del magistrato monetale in carica.
Possiamo addirittura datare questo denaro attorno alla metà del febbraio del 44 a.C. quando, dopo essersi dimesso dalla sua quarta dittatura, Giulio Cesare fu nominato dittatore a vita (dictator perpetuus) durante i Lupercalia (Cicerone, Filippica II, 34, 87).
Un denario che rivaleggia con la testa di Tuscolo
Non si tratta solo del primo ritratto su moneta di Giulio Cesare, ma è anche considerato il più eccezionale (secondo Crawford, RRC, 1974, p. 746) dal momento che venne eseguito con la massima cura e, cosa che ne esalta ulteriormente il livello artistico, mostra un stretto rapporto stilistico con la testa in marmo, proveniente dagli scavi dell’antica Tuscolo (Lazio) conservata oggi al Museo archeologico di Torino.
Delle sculture sopravvissute raffiguranti Giulio Cesare, la testa di Tuscolo è l’unico ritratto realizzato durante la vita del dittatore o subito dopo la sua morte e che è giustamente considerato una rappresentazione fedele dei suoi reali lineamenti del viso.
La somiglianza fisiognomica tra la testa marmorea e il ritratto monetale si basa sui numerosi dettagli che li accomunano, tutti caratterizzati da uno spiccato verismo: l’ampia fronte convessa; il naso caratteristico e leggermente ricurvo; gli zigomi alti; le guance infossate e solcate; le labbra finemente modellate che sembrano suggerire un sorriso sottile; il pomo d’Adamo e i caratteristici “anelli di Venere” che compaiono sul lungo collo.
Due ritratti per una personalità straordinaria
Come la testa in marmo di Tuscolo, questo denario, il più raro tra quelli del 44 a.C. con ritratto di Giulio Cesare, ci mostra un profilo audace e inquieto che, al di là dell’espressione di ironica e aristocratica distanza, comunica ancora oggi, dopo oltre duemila anni, la tensione interiore di una personalità straordinaria che ha cambiato la storia di Roma e non solo.