Coniata a fine III secolo e rinvenuta nel 2017, un moneta di Carausio svela una raffinata pagina di propaganda numismatica voluta dall’usurpatore della Britannia
di Roberto Ganganelli | Marco Aurelio Mauseo Carausio (? – 293) rappresenta una delle figure più interessanti nella storia turbolenta storia romana di fine III secolo: nel 286, infatti, dismesso il ruolo di capo militare fedele al potere di Roma Carausio entrò nel novero degli “usurpatori” proclamandosi imperatore della Britannia e della Gallia settentrionale. Tra alterne vicende, mantenne il potere per sette anni prima di essere assassinato dal suo tesoriere, Alletto, che gli succedette.
Tra le monete dell’usurpatore Carausio ce n’è una che riveste un interesse particolare – oltre che per la sua apparente unicità, almeno fino ad ora – dal momento che al classico busto laureato, drappeggiato e corazzato a destra sul dritto, con legenda IMP CARAVSIVS PF AG abbina una seconda faccia dall’iconografia quanto meno curiosa.
Si tratta di un denario in argento (mm 22, g 3,66, orientamento D/R ore 7) attribuito alla zecca di Londinum (Londra) e al periodo 289-290 e che sul rovescio mostra un leone radiato andante verso sinistra, con un fulmine in bocca. Attorno la legenda VIRTVS SAEC C e in esergo la sigla RSR.
Questo denario fu trovato nella parrocchia di Itchen Stoke e Ovington vicino a Winchester, nello Hampshire (Regno Unito) domenica 5 novembre 2017 e, consegnato alle autorità dal suo rinvenitore, venne registrato presso il Portable Antiquities Scheme con numero di inventario HAMP-2E6A12. Nel 2018, svincolato dalle autorità britanniche nonostante la sua unicità, è andato in asta Roma Numismatics Limited (Auction 16, lotto 782) alla base di 8000 sterline e aggiudicato per ben 13.000.
Quando Carausio si stabilì in Britannia nel 286 la massa di moneta circolante era in una situazione pessima e costituita quasi esclusivamente da emissioni in metalli vili; da usurpatore, perciò, Carausio colse l’occasione di usare le monete, migliorandone intrinseco e aspetto, come mezzo di propaganda per se stesso, per il suo regime e il suo progetto di “Impero britannico” separatista.
Ed è in particolare nella criptica sigla RSR che si può ravvisare un’allusione letteraria a scopo di propaganda da parte di Carausio: lo studioso Guy de la Bédoyère, in un articolo per Numismatic Chronicle (n. 158, 1998, pp. 79-88), sostiene infatti una lettura “virgiliana” delle lettere RSR in base al loro utilizzo su un medaglione in bronzo dello stesso Carausio, molto simile nello stile a un secondo medaglione con in esergo le lettere INPCDA e la legenda EXPECTATE VENI, (“Vieni, tanto atteso”, Eneide, II, 283), che di solito compare sulle monete d’argento.
Guy de la Bédoyère ci suggerisce che RSR sia un’abbreviazione di REDEUNT SATURNIA REGNA (“Il ritorno dei regni saturniani”), dalla IV delle Egloghe di Virgilio, da cui la riga seguente recita non a caso “iam nova progenies caelo demittitur alto” (INPCDA, “Ora una nuova generazione è stata inviata dall’alto dei cieli”).
Le Egloghe di Virgilio appaiono dunque a Carausio una fonte nobile e ideale promuovere il suo Impero britannico come luogo in cui ritrovare i valori romani tradizionali e, del resto, “l’età di Saturno” indicava, nella letteratura romana, una sorta di “paradiso perduto”.
C’è poi quell’immagine del leone radiato che stringe in bocca un fulmine e che, almeno stando agli studi più recente, non svela ancora una spiegazione logica. Come tipo, quello del leone radiato era infatti già stato usato da Caracalla, Filippo I, Aureliano e Probo che rivendicavano tutti, a vario titolo, un dominio sull’Oriente ma che sembra non aver nulla a che fare con la vicenda di Carausio.
Nel contesto dell’usurpatore Carausio , infatti, il significato non può essere lo stesso a meno che non si tenga conto dell’arroganza del personaggio, fiero di aver sconfitto una flotta d’invasione inviata dall’imperatore Massimiano nel 289. E anche se un panegirico consegnato a Costanzo Cloro attribuisce questo fallimento al mare in burrasca, va da sé che Carausio sfruttò l’occasione per trasformare il frutto delle tempeste in una roboante vittoria.
Il tipo del leone potrebbe essere dunque, molto semplicemente, un riferimento a una delle unità militari comandate da Carausio, la Legio IIII Flavia Felix la cui insegna con il leone era già stata raffigurata su altre monete coeve dell’usurpatore.
Per concludere, va detto che la “misteriosa” sigla RSR in esergo appare anche su un altro denario passato in asta Roma Numismatisc Limited nel 2014 (Auction 7, lotto 1230, base 4000 sterline e realizzo 5500 sterline) al ben noto tipo della CONCORDIA MILITVM e delle due mani che si stringono.
La moneta, anche in questo caso è stata considerata inedita e unica (mm 19, g 3,70, orientamento D/R ore 3) ma gli estensori del catalogo d’asta – non citando l’articolo di Guy de la Bédoyère, si sono limitati a ipotizzare che quelle tre lettere potevano essere il segno di un’officina monetaria sconosciuta. Altro che citazione virgiliana…