Iniziò con data 1993, anche se nel 1994, la stagione d’oro delle commemorative da 50 e 100 mila lire: soggetti, storia e curiosità in una galleria di ricordi

 

di Roberto Ganganelli | Nel 1946 fu l’italma, lega povera specchio di un difficile dopoguerra, a inaugurare la monetazione dell’Italia Repubblicana con i tagli da 1, 2, 5 e 10 lire. Nel 1954 arrivò l’acmonital, con le monete da 50 lire Vulcano seguite, l’anno dopo, dall’ingresso in circolazione delle 100 lire Minerva.

Poi fu la volta del bronzital, nel 1956, con le 20 lire Quercia e infine dell’argento, tornato con le celeberrime 500 lire Caravelle, nelle tasche degli italiani, a partire dal 1958, uno degli anni culmine del boom economico nazionale.

Perché, tuttavia, l’Italia arrivasse alla decisione di coniare nuovamente l’oro – anche se solo per i collezionisti – nonostante i tanti progetti fatti negli anni si dovette attendere il 1994 quando vennero emesse due speciali monete celebrative con nominali per l’epoca “astronomici”, 50.000 e 100.000, battute col biondo metallo e, sorpresa, datate 1993!

A dare il “la” alla ripresa di coniazioni auree in lire fu il centenario – caduto in realtà l’anno prima – della Banca d’Italia, all’epoca ancora istituto di emissione nazionale per quanto riguarda la cartamoneta. Il secolo dall’istituzione di Bankitalia, infatti, oltre alle prime 50 e 100 mila lire in oro della Repubblica emesse nel 1994 era stato commemorato l’anno prima anche con un trittico di monete in argento da 100, 200 e 500 lire e con una 500 lire bimetallica di ampia circolazione.

Su quest’ultima moneta finì il monogramma BI dell’istituto di Via Nazionale, sugli argenti delle scene legate alla storia del denaro – un bassorilievo romano, un torchio da stampa e Palazzo Koch con i suoi fregi scultorei. E la sede della Banca d’Italia finì per campeggiare anche sulle due monete in oro, per così dire “spezzata” fra i rovesci delle 50 e 100 mila lire, i cui dritti furono invece dedicati, rispettivamente, a due governatori celebri, Bonaldo Stringher ed Enrico Einaudi con le loro firme.

50 e 100 mila lire

La Zecca realizzò quelle prime lire in oro repubblicane, modellate da Eugenio Driutti, il “papà” delle 200 lire, solo in versione proof – o meglio, come si diceva allora, “fondo specchio” – assegnando alla moneta da 50 mila un peso di 7,50 grammi e il doppio a quella da 100 mila; diametro di 20 e 25 millimetri rispettivamente, titolo di 900 millesimi e bordo rigato.

Tutte caratteristiche che le lire in oro avrebbero mantenuto inalterate fino all’avvento dell’euro tranne la tiratura che, con i 22.560 pezzi da 50 mila lire e i 21.196 pezzi dal nominale di 100 mila lire, avrebbe rappresentato un record mai più raggiunto dalle monete in oro italiane del dopoguerra.

Dal punto di vista dei soggetti, quel dittico del 1993 rappresentò di fatto un caso unico perché fin dall’anno successivo le 50 e 100 mila lire in oro vennero dedicate a tematiche differenti, per la maggior parte a tesori architettonici legati alle bellezze del nostro paese.

Dopo la “falsa partenza” delle monete 1994 con riferimento al 1993, nel 1995 fu la volta della Basilica di sant’Antonio da Padova e di quella fiorentina di Santa Croce che celebravano, rispettivamente, l’ottavo e il settimo centenario dalla fondazione.

50 e 100 mila lireLe eleganti e maestose architetture sacre furono raffigurate in tondello, rispettivamente, da Claudia Momoni ed Ettore Lorenzo Frapiccini con la scelta comune di effigiare una veduta esterna sul dritto delle monete e un dettaglio dell’interno sul rovescio. Le tirature furono rispettivamente di 9211 e 8584 esemplari, per questa coppia di 50 e 100 mila lire in oro in ogni caso di grande eleganza.

50 e 100 mila lire

Furono altri due edifici religiosi, il Battistero di Parma e la Certosa di Pavia, i soggetti delle 50 e 100 mila lire emesse nel 1996 in 7010 e 5550 pezzi. Bellissimo il fregio allegorico del Giudizio universale, come del resto la mole del Battistero di Parma modellati da Roberto Mauri; leggera e ariosa la prospettiva scelta da Uliana Pernazza per il chiostro della Certosa di Pavia  ingentilita da caratteri “d’autore” ispirati alla grande artista del conio da quelli onciali del medioevo.

Furono invece 5750 le monete in oro da 50 mila lire del 1997, emesse in omaggio al 1600° anniversario della morte di sant’Ambrogio con al dritto l’omonima basilica milanese e, al rovescio, una delle formelle dell’altare maggiore d’oro di Volvinius (un orafo tedesco) raffigurante l’Investitura di sant’Ambrogio a vescovo. L’altare maggiore è uno dei tesori principali della basilica ambrosiana e un eccellente esempio di arte carolingia, qui mirabilmente  inserito in moneta da Uliana Pernazza.

Le 100 mila lire 1997 furono invece appannaggio dell’altrettanto celebre basilica barese dedicata a San Nicola, di cui fu festeggiata la ricorrenza degli otto secoli dalla dedicazione con una moneta a firma di Uliana Pernazza. Risultarono 5400, alla fine, i pezzi coniati.

Il 1998 vide invece l’emissione di una delle monete da 50 mila lire in oro più belle in assoluto, quella dedicata alla chiesa palermitana di San Giovanni degli Eremiti nell’850° anniversario della costruzione – autrice Claudia Momoni – realizzata in 4900 esemplari.

50 e 100 mila lire

Per la prima volta, invece, nel 1998 le 100 mila lire d’oro non ebbero come soggetto dedgli edifici religiosi. La moneta, infatti, celebrò il 650° anniversario dal completamento della Torre del Mangia a Siena, emblema di orgoglio civico del Comune toscano, con al dritto una veduta a volo d’uccello di Piazza del Campo e al rovescio la riproduzione di una scultura di Nicola Pisano raffigurante un’allegoria dell’architettura. Il tutto, modellato da Ettore Lorenzo Frapiccini e coniato in 4800 esemplari.

Con il 1999 le 50 e 100 mila lire in oro ritornarono tuttavia alle architetture sacre: il taglio minore venne infatti scelto per commemorare in 5500 esemplari bulinati da Eugenio Driutti i nove secoli dalla fondazione della Cattedrale di Modena.

50 e 100 mila lireLe 100 mila lire, invece, festeggiarono la riapertura al culto, dopo il disastroso terremoto del 1996, della Basilica di san Francesco d’Assisi che Roberto Mauri declinò nella perfezione della geometrica facciata sul dritto e nell’altrettanto elegante leggerezza del rosone al centro del rovescio. Di queste 50 mila lire oro furono coniati 4900 esemplari.

Ed eccoci giunti al Duemila, spartiacque tra secondo e terzo millennio nonché anno del Grande Giubileo della Chiesa cattolica voluto da Giovanni Paolo II. In quell’occasione, le 100 mila lire furono modellate da Maria Carmela Colaneri che impresse sul dritto una “quadrangola” – la tradizionale tessera devozionale che i pellegrini del medioevo cucivano sull’abito a ricordo dell’Anno santo – e al rovescio un frammento dell’affresco di Giotto da San Giovanni in Laterano che vede Bonifacio VIII intento a leggere la bolla di apertura dell’Anno santo 1300, il primo della storia.

50 e 100 mila lireDi questa moneta furono coniati 4442 esemplari, mentre la 100 mila lire ebbe un contingente di 4375 pezzi e come soggetto – a cura dell’artista Claudia Momoni – il grande scultore, orafo, zecchiere Benvenuto Cellini nato esattamente cinque secoli prima. Al dritto un busto dell’artista, al rovescio il suo famoso Perseo con la testa di Medusa e la Loggia dei Lanzi, luogo in cui a Firenze era originariamente collocata la statua.

Ed eccoci al 2001, ultimo anno della sempre un po’ rimpianta lira e anno di conclusione della serie di monete da 50 e 100 mila lire coniate in metallo prezioso. Ed ecco due soggetti, ciascuno a suo modo innovativo, far bella mostra di sé sui tondelli in oro di quell’anno.

Le 50 mila lire furono infatti dedicate alla Reggia di Caserta, eretta 250 anni prima, con raffigurazioni dell’imponente  facciata e della Fontana di Cerere che abbellisce il parco. I modelli furono realizzati con perizia da Luciana De Simoni e la moneta venne battuta in 6250 esemplari.

50 e 100 mila lireNon un edificio, invece, bensì un manufatto d’arte di preziosa finezza – il Pulpito di Sant’Andrea a Pistoia, eretto esattaemnte sette secoli prima – venne immortalato a firma di Claudia Momoni sulle monete da 100 mila lire oro, le ultime della serie inaugurata nel 1994 e coniate quell’anno in “appena” 4515 pezzi.

Nove anni di emissioni, diciotto monete per altrettante pagine di storia numismatica della lira: ecco in breve un ricordo di quelle 50 e 100 mila lire, massimali assoluti della serie della Repubblica Italiana prima dell’euro, che ancora oggi tanti collezionisti conservano con passione e affetto.