Capolavori del Medioevo e del Rinascimento, decimali di assoluto pregio, esemplari di monete greche e romane selezionati per rarità sono tra i punti forti dell’asta Varesi 81: ecco una selezione per voi
informazione pubblicitaria | Si avvicina l’asta Varesi 81 del 9 maggio, che si svolgerà nella prestigiosa cornice della Villa Botta Adorno in Piazza della Libertà a Torre d’Isola, in provincia di Pavia. Inizio dell’incanto alle ore 12.00 con la prima sessione, lotti da 1 a 108; nel pomeriggio dalle 14.30 seconda sessione con i lotti da 109 a 795.
Le offerte pre asta, che sono già aperte, terminano lunedì 8 maggio alle ore 17.00 mentre l’esposizione dei lotti è presso la Numismatica Varesi a Pavia, in Viale Montegrappa 3, dalle 9.00 alle 12.00 fino al 5 maggio previo appuntamento che può essere fissato telefonicamente allo 0382.570685 oppure via mail scrivendo a info@varesi.it. Al fine di evitare lunghe attese si pregano coloro che volessero esaminare più lotti di effettuare la visione presso i nostri uffici, nei giorni precedenti l’asta.
Il numero telefonico della sala aste è invece 348.3174040 e si prega di non chiamare questo numero durante gli orari d’asta per informazioni sulle aggiudicazioni. Le offerte sono possibili anche live durante l’asta previa registrazione gratuita su www.aste.varesi.it.
Rimandando alle condizioni di vendita per ogni altro aspetto, ecco ora per voi dall’asta Varesi 81 di monete e medaglie antiche e moderne alcuni lotti selezionati, esemplari caratterizzati da rarità e conservazione particolari. Il catalogo completo su BidInside, con possibilità di effettuare offerte pre asta, è disponibile cliccando qui.
Asta Varesi 81: alcune eccezionali monete greche
Sono quarantaquattro gli esemplari selezionati dal mondo greco presenti in catalogo: iniziamo con il lotto 6, un elegante quarto di statere da Tarentum risalente all’epoca di Pirro (302-281 a.C.) e raffigurante la testa di Apollo e un’aquila ad ali spiegate su fascio di fulmini: piccola, preziosa, esteticamente pregevole, la moneta parte da 2500 euro di base.
Risale sempre al periodo di Pirro, ma databile al 280-279 a.C. e proveniente dalla zecca di Metapontum il lotto 17, un terzo di statere in questo caso, con profilo elmato di Leucippo e doppia spiga sul rovescio: altro esempio di perizia incisoria, merita 3500 euro di partenza.
Tante zecche dell’Italia meridionale e insulare di epoca greca sono rappresentate con esemplari iconici come la didracma di Agrigentum con aquila e granchio, la tetradracma di Messana con biga e leprotto, quella di Siracusa con Aretusa e quadriga. Di questo tipo monetale ci piace mostrarvi l’esemplare al lotto 28, del 460-450 a.C. con la ninfa diademata circondata da delfini e, sotto la quadriga lenta al rovescio, la firma KETOS. Splendido esemplare, ha una base fissata a 4000 euro.
Ne servono almeno 3000, invece, per tentare di aggiudicarsi il lotto 33: dalla Grecia continentale ecco lo statere di Aegina con testuggine “in altorilievo” e quadrato incuso quadripartito al rovescio. La moneta, risalente alla metà del IV secolo a.C., assieme al pegaso di Corinto, alla civetta di Atene e a poche altre tipologie incarna l’essenza stessa della numismatica greca.
Il fascino delle coniazioni romane di Repubblica e Impero
Passando alle monete romane dell’asta Varesi 81, non possiamo non iniziare con l’aureo di Giulio Cesare al lotto 45, con testa velata e strumenti sacrificali, proposto in quasi splendida a 4000 euro di base: a impreziosirlo una suggestiva colorazione rossastra dell’oro del tondello.
Ancora un aureo, stavolta di Augusto, al lotto 52: coniato nel 25-22 a.C. da un’officina monetaria spagnola, forse Colonia Patricia, al dritto ci mostra il ritratto di Augusto e al rovescio la Vittoria, con corona di alloro, in volo sopra ad un clipeus virtutis con, sullo sfondo, una colonna. I 15.000 euro di base vengono anche dal fatto che si tratta di una variante estremamente rara che manca l’iscrizione CL V sul clipeus virtutis.
Anche tra i denari in argento e i sesterzi in bronzo e oricalco sono presenti rarità, ad esempio il lotto 61, sesterzio di Claudio (41-54) con al rovescio un arco di trionfo sormontato da statua equestre con trofei d’armi: base d’asta 2500 euro.
Un aureo di Settimio Severo (192-211) merita particolare attenzione per l’eccelsa conservazione e la perfezione della centratura: si tratta di quello al lotto 88 con suggestivo ritratto dell’imperatore e Roma seduta con vittoriola e scettro. Base fissata nell’asta Varesi 81, 8000 euro.
Quasi fior di conio anche uno degli esemplari tardo imperiali in catalogo, l’argenteo di Massimiano Ercole (286-305) coniato a Siscia con ritratto laureato sul dritto e al rovescio i tetrarchi davanti a un campo militare, mentre compiono un sacrificio. Base di vendita 800 euro.
Monete di zecche italiane medievali e moderne in asta Varesi 81
Particolarmente nutrita, come sempre nei cataloghi d’asta Varesi, la scelta di coniazioni italiane del Medioevo, del Rinascimento e dell’età moderna con grossi e denari piccoli anche di officine attive per breve tempo e la cui produzione si caratterizza per la particolarità dei tipi e la rarità mercantile. Di grandissima rarità, ad esempio, il denaro beneventano di Grimoaldo III (788-806) al lotto 121, Spl e a base di 3000 euro.
Proseguendo, nel catalogo dell’asta Varesi 81, tra le monete dei Bentivoglio ecco ad esempio un affascinante quarto bulinato da Francesco Raibolini, detto il Francia, per Giovanni II 1494-1509) e battuto a Bologna: moneta di pregio, esemplare per la bellezza del ritratto, merita 5000 euro di partenza.
Un altro ritratto, stavolta medievale e di Federico II di Svevia, campeggia sul grosso da 6 denari imperiali di Como (XII-XIV secolo) al lotto 154: con bella patina e in splendida conservazione, questa medievale di difficile reperimento merita ampiamente gli 8500 euro della stima.
Lasciando ai lettori il piacere di sfogliare i lotti relativi alle zecche di Ferrara e di Firenze, passiamo ora a mostrarvi una genovese di assoluto pregio, le 25 lire 1798: di grande rarità, con patina rossiccia e fondi brillanti, al lotto 212 questa emissione – tra le ultime della longeva zecca ligure – richiede almeno 25.000 euro per entrare a far parte di una nuova collezione.
Il doppio ducato con il monte Olimpo sormontato dal motto FIDES é indubbiamente una delle più interessanti ed artistiche monete della serie mantovana, splendida opera tardo rinascimentale di Gian Battista Cavalli, è proposto al lotto 236 a 18.000 euro. Moneta a nome di Federico II Gonzaga, fu coniata nel periodo 1519-1540 ed è rarissima.
Da Mantova a Parma, con un salto in avanti di quasi quattro secoli, per l’eccezionale 6 doppie a nome di Ferdinando I di Borbone: nota in non più di una decina di esemplari, questa pezzatura in oro presenta fodi speculari e merita 25.000 euro di partenza.
Passando a Roma e alla monetazione pontificia, spicca per la conservazione quasi fior di conio e la patina un a mezza piastra di Innocenzo XII battuta nell’anno V, con mezzo busto al dritto e il papa inginocchiato in preghiera al rovescio con legenda FIAT PAX IN VIRTVTE TVA. Base di vendita, 3000 euro. Ai lettori il piacere di approfondire il resto di questa parte di catalogo, particolarmente ricca di belle monete veneziane, di imitazioni di ducati veneti e di altre rarità di zecche minori.
Qualche highlight da Casa Savoia e dal Regno d’Italia
Nell’asta Varesi 81 troviamo anche molte monete della dinastia sabauda, in particolare dal XVIII secolo in poi e del Regno d’Italia: la prima che ci piace presentarvi è giocoforza l’eccezionale 4 zecchini con scena dell’Annunciazione coniata a Torino nel 1747 a nome di Carlo Emanuele III: unico esemplare noto dei 3207 pezzi coniati (ma mai messi in circolazione) presenta il 7 della data corretto a partire dal 6. Inedita e con fondi brillanti, questa moneta ha una base di 35.000 euro.
Ne merita 30.000, invece, il lotto 567 dell’asta Varesi 81, le 80 lire di Vittorio Emanuele I: con ottimi rilievi e rovescio di notevole bellezza, impreziosito da fondi speculari, è Spl/qFdc e R3. Una delle decimali più introvabili e belle di questo sovrano.
Tanti nominali, specie in argento, seguono in catalogo per i successivi sovrani di Casa Savoia e per Vittorio Emanuele III spiccano le 100 lire Aquila araldica del 1903, molto rare essendo state coniate in soli 996 esemplari e sempre ricercate dai collezionisti. Al lotto 636, una di queste monete in stato di conservazione Spl è offerto alla base di 8000 euro.
Tra i progetti di monetazione del “re numismatico”, invece, ecco il lotto 666: si tratta di una modernissima lira con un’aquila che, al dritto, “abbraccia” con le ali una stemma sabaudo appena tratteggiato in incuso mentre al rovescio il valore in corsivo è circondato da due eleganti cornucopie. Con bigliettino di vecchia e prestigiosa raccolta, manoscritto da Vico D’Incerti, questo progetto è in fior di conio ed è proposto dalla base d’asta di 1000 euro.
Il catalogo dell’asta Varesi 81 prosegue con una selezione di monete estere; vi ricordiamo infine di visionare la sezione dedicata alle medaglie – molte sono incluse nella parte dedicata alle zecche italiane – e i lotti multipli.