Va in asta Nomisma 66 un’eccezionale moneta di Sabbioneta a nome dell’ultimo duca, epigone dell’indipendenza del piccolo Ducato lombardo
di Roberto Ganganelli | Quando si pensa a Sabbioneta, suggestiva cittadina in provincia di Mantova, almeno per noi appassionati numismatici la mente va subito ai Gonzaga, ai cosiddetti “rami collaterali” e alle loro monete.
Ebbene, le ultime monete della zecca di Sabbioneta videro la luce nel periodo 1644-1684 e a coniarle non fu un Gonzaga a tutti gli effetti – lo era solo da parte di madre – che si chiamava Nicolò Ramirez de Guzman.
La piazza di Sabbioneta (Mantova), fulcro della “città ideale” di stampo rinascimentale voluta dal ramo dei Gonzaga che regnava sul piccolo Ducato
Figlio di Filippo Ramirez de Guzman e Anna Gonzaga, Nicolò fece battere nel 1666 dei magnifici ducatoni in argento a emulazione di quelli di Bozzolo realizzati a nome di Scipione Gonzaga. Emulazione o meno, la produzione di queste monete venne favorita di certo da un afflusso di argento a Sabbioneta e dovette essere piuttosto consistente.
Al dritto, il ducatone di Ramirez de Guzman porta la legenda • NICOLAVS • D • G • SABLONET • DVX • ET • OBSTIL • PRIN • E • C • con scudo in cartella ornata inquartato Guzman, Carafa, Gonzaga e Spagna e con al centro piccolo scudo spaccato di aquila imperiale bicipite e scritta LIBERTAS in banda, il tutto sormontato da berrettone coronato. Intorno, il collare dell’Ordine del Toson d’Oro.
L’elaborato dritto del ducatone di Sabbioneta con dat 1666 a nome di Nicolò Ramirez de Guzman con la sua araldica, berrettone coronato e collare del Toson d’Oro
Al rovescio, nel giro • (stella a sei punte) LVNA • SVB • PE • • DIBVS • EIVS • (stella a sei punte) •. Nel campo una raffigurazione della Vergine stante su crescente lunare con in braccio il Bambino, un’aureola di otto stelle e circondata da raggi. In basso, nel giro, la data 1666.
La legenda latina, LVNA SVB PEDIBVS EIVS (“La Luna sotto ai suoi piedi”) riprende un versetto dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo che recita: “Signum magnum appáruit in cælo: múlier amicta sole, et luna sub pédibus ejus, et in cápite ejus coróna stellárum duódecim” (Apoc. XII, 1) che si traduce in “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”.
Il riferimento mariano è ovvio, come l’analogia iconografica fra il rovescio del ducatone di Sabbioneta e numerosi dipinti raffigurante la Vergine Maria nei quali la falce di luna, un crescente, simboleggia la Madonna che “raccoglie” per il genere umano, con la sua intercessione, i doni del cielo.
Pesante circa 32,20 grammi, coniato nell’imponente diametro di quasi 45 millimetri, il ducatone ebbe tuttavia una breve e sfortunata vita, dal momento che il suo titolo di 937,50 millesimi risultò al saggio inferiore – sebbene di poco – a quello di 944,44 millesimi – come i ducatoni di Mantova e i filippi di Milano – che era richiesto per la circolazione dal Ducato di Parma, con cui Sabbioneta intratteneva fiorenti commerci.
La mappa di Sabbioneta dall’inconfondibile profilo delle mura a forma di stella: nella parte est del centro storia, vicino al Baluardo san Giorgio, c’è ancora Via della Zecca
Per non rischiare di compromettere i traffici con il potente Ducato parmense, così, la comunità di Sabbioneta decise un immediato ritiro e la rifusione di questi magnifici ducatoni dei quali, ad oggi, sopravvivono soli sette esemplari conosciuti.
Uno di questi è presente nel catalogo dell’asta Nomisma 66 del 26-27 novembre: proposto al lotto 852 si presenta “appena” in conservazione Bb e, nonostante questo, gode di una base di vendita di ben 30.000 euro.
Postuma rivincita numismatica per Nicolò Ramirez de Guzman il quale, mancando di eredi, alla sua morte causò il passaggio della “città ideale” di Sabbioneta e del suo territorio in mani spagnole, mettendo fine anche all’attività di una piccola e affascinante zecca.