Intervista alla conservatrice del Museo Bottacin, alla scoperta di un medagliere e di una biblioteca gestiti in modo esemplare e conosciuti in tutto il mondo

 

di Giovanni Vigna | Il 15 ottobre il Consiglio direttivo dell’Accademia italiana di studi numismatici ha visitato un’importante istituzione in ambito numismatico, il Museo Bottacin di Padova. Abbiamo colto l’occasione per intervistarne il conservatore, la dottoressa Valeria Vettorato, che ce ne ha illustrata la storia.

Busto di Nicola Bottacin (1805-1876)
Busto di Nicola Bottacin (1805-1876)

Qual è l’origine del Museo Bottacin? L’istituto prende il nome dal suo fondatore, Nicola Bottacin, che donò a Padova la sua collezione artistica e numismatica formatasi nella seconda metà dell’Ottocento a Trieste. Una raccolta donata alla città in due momenti, tra il 1865 e il 1870, stabilendo precisi patti per la conservazione, esposizione e accrescimento delle raccolte e la loro gestione patrimoniale ed amministrativa.

Quali sono le sue raccolte principali? Non solo monete ma anche dipinti, sculture, bronzetti e materiali archeologici e armi. Il museo – nascendo da una collezione privata – è espressione della vita del suo fondatore e all’interno delle collezioni troviamo davvero la storia e le passioni di un uomo dell’Ottocento, le sue amicizie, le sue conoscenze, i suoi studi.

Cosi Scriveva Bottacin all’amico Schweitzer nel 1862: “La mia passione e la mania di possedere che n’è la conseguenza mi fecero fare indagini, ed incontrai relazioni in varie parti per procurarmi quello desiderato”. Da queste parole possiamo capire da dove nasce e quale sia lo spirito della collezione Bottacin.

La dottoressa Valeria Vettoraro è conservatrice del Museo Bottacin di Padova, che annovera uno dei medaglieri e una delle biblioteche numismatiche più importanti d'Italia
La dottoressa Valeria Vettoraro è conservatrice del Museo Bottacin di Padova, che annovera uno dei medaglieri e una delle biblioteche numismatiche più importanti d’Italia

Vi è rotazione del materiale esposto? Ad oggi non è possibile una rotazione dei materiali per via degli spazi, ma la sezione numismatica permanente espone circa 2500 pezzi che ripercorrono la storia della moneta. Possibile e frequente però è l’esposizione temporanea di monete su base storica o tematica, oltre alla partecipazione e alla realizzazione di mostre dedicate alla numismatica o alla medaglistica sia a livello locale che internazionale.

Che consistenza hanno le collezioni di monete e medaglie? Sono presenti anche materiali correlati (punzoni e conii, modelli)? La collezione Bottacin comprende anche di oggetti paramonetali e materiali preparatori come gessi, prototipi e modelli. La collezione numismatica conta circa 130.000 pezzi e risulta essere molto aumentata negli ultimi tre decenni grazie a donazioni, tra le quali la collezione Bertelè Malaspina, la Beschi, la Brugnera, la Ravazzano e la Lazzarini oltre a donazioni da privati e artisti, in particolare medaglisti italiani con i quali il museo intrattiene rapporti di conoscenza, amicizia e consulenza.

Quali i rapporti con il territorio ed i ritrovamenti monetali nella provincia di Padova? Prima della costituzione delle soprintendenze, a inizio Novecento, il museo era punto di riferimento per i ritrovamenti monetali dalla città e dal territorio, al museo erano presenti i direttori e conoscitori della materia e chiunque trovasse monete sul proprio terreno, ritrovamenti casuali per ragioni di lavorazione della terra agricola. si rivolgeva agli “esperti“ per capirne valore o avere una indicazione sul da farsi.

Un tesoretto di denari romani repubblicani esposto nel percorso numismatico permanente del Museo Bottacin
Un tesoretto di denari romani repubblicani esposto nel percorso numismatico permanente del Museo Bottacin

Anche oggi i cittadini si rivolgono al museo per degli expertise, sebbene molte spesso le monete risultino provenire dai cassetti o dalle cantine degli antenati e non dal territorio. Non mancano persone che si rivolgo a noi per ritrovamenti casuali nei terreni di proprietà, alle quali vengono date indicazioni sulle tipologie dei materiali indirizzandoli alla denuncia di rinvenimento presso le autorità competenti.

Nella collezione storica invece vi sono tante monete provenienti dalla zona, per lo più in deposito per esposizione da parte della Soprintendenza archeologica territoriale.

Come si è giunti allo stato attuale delle collezioni: donazioni e acquisti? L’istituto ha avuto – in oltre 150 anni di storia – un notevole incremento delle collezioni e – come detto – i contatti con collezionisti, artisti, studiosi e appassionati hanno permesso un arricchimento delle raccolte e la stesura di studi, articoli e tesi di laurea, dottorato e specializzazione.

L’ultimo trentennio, poi, ha aumentano in modo cospicuo le raccolte grazie ad importanti donazioni: l’ultima in ordine di tempo è quella di una importante raccolta di oggetti paramonetali che vedrà la successiva esposizione, parziale, di oltre 9000 pezzi, ma su questo preferisco mantenere ancora il riserbo.

Purtroppo gli acquisti numismatici non si possono dire consistenti; per noi che siamo parte di una pubblica amministrazione è difficile partecipare alle aste, per ragioni non solo di budget. L’ultimo acquisto in ordine di tempo però ha visto l’ingresso in collezione della moneta più antica della storia, un esemplare in elettro emesso in Lidia del valore di un terzo di statere.

Anche le dracme celtiche dell'Italia settentrionale trovano spazio nelle sale espositive dedicate alla storia della moneta
Anche le dracme celtiche dell’Italia settentrionale trovano spazio nelle sale espositive dedicate alla storia della moneta

Quali sono state le iniziative del passato recente (anche in un periodo difficile quale quello pandemico) di particolare successo? Tutto il periodo di lockdown ci ha visti impegnati – sebbene dalle scrivanie di casa – per mantenere i contatti con l’utenza, con attenzione per chi sapevamo essere impegnato nella redazioni di monografie o tesi di laurea e dottorato, per il recupero dei necessari materiali bibliografici ed iconografici.

Inoltre nel periodo pandemico eravamo impegnati in importanti lavori di risanamento degli impianti, nel parziale riallestimento delle sale, nel riordino e catalogazione delle collezioni, in una corposa ed impegnativa campagna fotografica delle collezioni numismatiche.

A questo si è aggiunta una nuova avventura, l’ideazione e la partecipazione per la prima volta nella storia dei Musei civici ad una campagna di crowdfunding. La campagna, pur condotta a museo chiuso, perciò senza la possibilità di visita da parte del pubblico, ci ha portato ad un risultato formidabile, la raccolta – grazie a oltre 230 donatori – di ben 14.000 euro.

Una cifra usata per la valorizzazione di uno dei nostri pezzi più importanti, una terracotta di Canova che ritrae il doge Paolo Renier, e per il riallestimento delle sale dedicate alle raccolte artistiche. Questo ci ha visti impegnati per la prima volta in modo importante sui giornali e sui social mettendo in gioco noi stessi e le nostre capacità di racconto e di ideazione di sinergie.

Due eccezionali monete veneziane in oro esposte al Museo Bottacin, i 20 e i 30 zecchini del doge Francesco Loredan (1685-1762)
Due eccezionali monete veneziane in oro esposte al Museo Bottacin, i 20 e i 30 zecchini del doge Francesco Loredan (1685-1762)

Può darci un’anticipazione sulle prossime iniziative del Museo bottacin? Abbiamo lavorato in questi mesi in collaborazione con la Società friulana di archeologia alla realizzazione del primo numero di una storia a fumetti che vuole raccontare e rendere accattivante anche per i più piccoli la storia della moneta. Il primo numero del fumetto dal titolo Bill Koin. Alla scoperta della numismatica è in uscita entro la fine del 2022.

Inoltre, sono previsti alcuni incontri di divulgazione scientifica dedicati al racconto e alla scoperta dei nostri archivi e della nostra biblioteca. La rassegna dal titolo Incontri d’autunno avrà il suo primo evento nella sala del Medagliere il 3 novembre. Per il prossimo anno è in preparazione la partecipazione del museo ad alcune mostre, due delle quali Oltreoceano: un’occasione che ci permetterà di esporre a New York alcuni pezzi di numismatica e medaglistica carrarese, e a Washinton e Chicago la terracotta di Antonio Canova.

Lei è, credo, la prima curatrice donna del museo. Come è arrivata alla numismatica? I suoi studi ed il suo curriculum? i suoi maestri? come è giunta a dirigere il museo e come descriverebbe la sua esperienza? Non sono la prima donna curatrice del museo, prima di me ha lavorato fino al 2015 come vice conservatore la dottoressa Roberta Parise. Sono però la prima donna ad avere il titolo di conservatore, sebbene il mio ruolo non sia dirigenziale, ma quello di funzionario.

Alla numismatica arrivo un po’ per caso, un po’ per curiosità e un po’ per fortuna. Sono laureata in Conservazione dei beni culturali con indirizzo storico artistico e nella mia tesi mi sono occupata della monetazione medievale in connessione alla miniatura. Il mio relatore, la persona che considero il mio maestro, è il professor Andrea Saccocci, ordinario di Numismatica a Udine e già conservatore del Bottacin.

Anche il mio arrivo al museo è il risultato di una fortunosa coincidenza e di una buona di dose di adattabilità e passione. Ormai 20 anni fa, appena laureata, mi fu proposto un contratto di un anno per la ricognizione e catalogazione delle collezioni allo scopo di spostamento dello stesso museo a Palazzo Zuckermann, contratto che – forse incoscientemente – accettai e che mi mise in contatto con una realtà come quella del Museo Bottacin e del suo personale.

Per i primi sei anni lavorai con contratti temporanei fino alla prima stabilizzazione. tramite concorso pubblico. per tre anni a tempo determinato e successivamente con un secondo concorso pubblico a tempo indeterminato con il ruolo di funzionario culturale.

Non nascondo che più volte ho messo anima e corpo in questo lavoro e non ho mai pensato di essere giunta ad un punto di arrivo, dal momento che ancora oggi non mi è passata la voglia di continuare a conoscere le collezioni e di prendermene cura nei migliore dei modi.

Museo d'arte a tutto tondo, il Bottacin espone piccoli e grandi capolavori appartenuti al mecenate vissuto nel XIX secolo come questa "Leda e il cigno"
Museo d’arte a tutto tondo, il Bottacin espone piccoli e grandi capolavori appartenuti al mecenate vissuto nel XIX secolo come questa “Leda e il cigno”

Lei colleziona monete o medaglie? Per statuto del museo, come conservatore non posso avere una collezione; alcuni dei conservatori che mi hanno preceduto hanno ceduto le proprie raccolte al museo una volta ricevuto l’incarico. Anche le medaglie o monete che talvolta mi vengono regalate confluiscono come donazione a mio nome – o a nome del donante – nelle collezioni del Bottacin.

Il museo non è “solo” monete ma anche biblioteca ed emeroteca. Quanti libri e quante riviste? La biblioteca del Bottacin si compone di circa 75.000 unità biblografiche: 600 sono le testate di riviste italiane e straniere, di cui circa 150 attive, in abbonamento o scambio e acquisite per donazione, 6000 cataloghi d’asta, monografie e materiale grigio, di epoca antecedente ad internet, fondamentale per il continuo aggiornamento degli studi numismatici e medaglistici ma anche per quelli di sfragistica e sigillografia.

In realtà, già Bottacin istituì la biblioteca donando i suoi volumi e la biblioteca antica ancora oggi consultabile dal pubblico, che si compone di 2500 volumi per la maggior parte del XVIII secolo; non mancano esemplari di epoche antecedenti tra i quali cito il Graduale Malaspina, manoscritto miniato della seconda metà del XIII secolo.

Alcuni dei soci dell'Accademia italiana di studi numismatici in visita al Museo Bottacin di Padova lo scorso 15 ottobre
Alcuni dei soci dell’Accademia italiana di studi numismatici in visita al Museo Bottacin di Padova lo scorso 15 ottobre

Vi è un budget annuo per accrescere la cospicua raccolta? I patti del lascito stabiliti da Nicola Bottacin prevedevano una clausola per la conservazione e l’accrescimento delle raccolte. Egli pattuì che la municipalità doveva provvedere a un fondo economico del museo per il mantenimento delle collezioni definito “Fondo Bottacin”. Un piccolo tesoretto di cui solo il conservatore del museo, in accordo con il patrono, poteva usufruire per le spese necessarie alla collezione e che doveva rendicontare al sindaco e al direttore dei Musei civici.

Attualmente Il Fondo Bottacin non esiste ma annualmente – a seconda della disponibilità dell’ente e del settore – il museo attinge ai capitoli di spesa per le manutenzioni ordinarie e i restauri, gli allestimenti, le pubblicazioni e le esposizioni temporanee, ma sopratutto per l’accrescimento delle raccolte e per l’aggiornamento della biblioteca, a tutt’oggi tra le più importanti d’Europa tra quelle dedicate alla numismatica.

Quanti studenti e studiosi frequentano la biblioteca e il museo ogni anno? Annualmente contiamo circa mille presenze, molti studenti appassionati, cultori della materia provenienti da varie zone d’Italia e dall’estero. Il nostro lavoro però non si esaurisce nelle sale di lettura, tantomeno nelle sale espositive dal momento che rispondiamo digitalmente tramite mail o telefonicamente a richieste di informazioni per studio o per ricerca.

Uso in questo caso il plurale dal momento che lo staff è composto di tre persone: oltre alla sottoscritta infatti nell’organico sono compresi il dottor Marco Callegari che si occupa della biblioteca e la restauratrice Federica Turetta che si occupa del restauro dei nostri materiali oltre che dell’archivio fotografico e della ricognizione dello stato di conservazione dei beni.

E’ in atto o prevista la digitalizzazione di riviste e cataloghi? E delle raccolte numismatiche? La digitalizzazione della raccolta libraria non è stata pianificata per mancanza di forze interne, si è progettata ma non attuata – per mancanza di fondi – la digitalizzazione dell’archivio museale. Si è attuata invece una costante catalogazione e digitalizzazione della collezione medaglistica e numismatica.

In occasione della visita al Museo Bottacin, il presidente dell'Accademia Michele Chimienti ha consegnato a Gianpietro Sanavia, presidente del Circolo numismatico patavino, una targa premio per le attività di divulgazione culturale della numismatica svolte dal sodalizio
In occasione della visita al Museo Bottacin, il presidente dell’Accademia Michele Chimienti ha consegnato a Gianpietro Sanavia, presidente del Circolo numismatico patavino, una targa premio per le attività di divulgazione culturale della numismatica svolte dal sodalizio

Quali servizi fornisce al pubblico, a studenti e studiosi? E’ possibile accedere virtualmente alle monete e alla biblioteca (foto, file) è quale il costo di eventuali servizi? Oltre all’apertura della biblioteca al pubblico dal lunedì al venerdì durante l’anno, provvediamo quotidianamente alla risposta relativa alle richieste riguardanti sia la parte bibliografica sia le collezioni museali, non solo numismatiche ma anche alla parte riguardante le ricerche archivistiche. Naturalmente è possibile chiedere informazioni e immagini delle opere per studio, ricerca e pubblicazione.

Quale rapporto tra museo, scuola e associazioni numismatiche e culturali? Il museo collabora, organizza e programma conferenze, incontri e mostre con i circoli del territorio. La collaborazione più fattiva vede come partner il Circolo numismatico patavino che tra i suoi fondatori conta uno dei conservatori del museo, il professor Giovanni Gorini.

Per quanto riguarda, invece, i rapporti con la scuola – oltre alla collaborazione, a scopo di esposizione e percorsi formativi incentrati sullo studio della monetazione, con il Liceo artistico “Selvatico” e con il Liceo classico “Tito Livio” – si effettuano percorsi didattici dedicati alla storia della moneta e alla conoscenza della moneta come fonte storica.

Inoltre, si propone alle scuole un laboratorio sulle tecniche di produzione della moneta dove ogni studente può portare a casa una moneta ideata e coniata con le proprie mani. Tutte le proposte didattiche prevedono la possibilità di toccare con mano alcune monete tra le quali dracme greche, aurei e sesterzi imperiali.

Altri eventi prevedono l’incontro con la cittadinanza e sono creati per far conoscere i nostri materiali; tra questi vi sono gli Aperitivi al Museo nel periodo primaverile e incontri dal titolo Se potessi avere una moneta la mese… durante i mesi autunnali condotti dallo staff del museo o con la collaborazione di studiosi ed esperti.

Ha qualche aneddoto da raccontare su monete, biblioteca o momenti della vita del museo? Di storie particolari – talvolta divertenti – ve ne sarebbero tante, ma quello che più rimane impresso del nostro istituto e della nostra biblioteca è il clima di accoglienza, e soprattutto l’idea di un coworking space dove lo studio e la ricerca sono la base del nostro impegno, dove anche l’identificazione di una moneta e la sua lettura diventano quasi sfida, gara, ma soprattutto collaborazione.

Il Bottacin è un luogo dove la pubblicazione di una volume o di una ricerca, la partecipazione ad un convegno è motivo di gioia per un risultato raggiunto e non di invidia o gelosia. La collaborazione attiva, la disponibilità e l’unione nei momenti più difficili, l’impegno profuso da tutti nel lavoro e nell’aiuto reciproco, l’attitudine al problem solving sono lo stimolo positivo per venire tutti i giorni al museo.