Ennesimo studio per Enrico Piras, uno dei decani della numismatica italiana, basato su un cospicuo numero di monete coniate in Sardegna nel XVII secolo

 

di Roberto Ganganelli | È proprio vero che la passione per gli studi numismatici non ha età, e contribuisce a rimanere giovani: è il caso del professor Enrico Piras, classe 1930 e nostro collaboratore di lungo corso che, dopo numerosi volumi monografici e articoli – sulle monete della sua Sardegna e non solo – ha appena pubblicato in Acta numismatica 52, organo della Societat catalana d’estudis numismàtics, un articolo dal titolo Varianti della moneta da 1 reale di Carlo II di Spagna.

L’autore, con la consueta attenzione, esamina 73 esemplari di questa moneta coniata per la Sardegna nel periodo 1665-1700, un periodo particolarmente importante per la monetazione sarda. E, come spiega nelle pagine che aprono questo articolo, la loro importanza risiede nel gran numero di varianti individuate, alcune delle quali rarissime o addirittura inedite.

enrico pirasTutti gli esemplari sono fotografati al vero e descritti ed Enrico Piras si sofferma nell’analisi dei ritratti che, con l’evoluzione del busto di re Carlo II, riflettono l’avanzare dell’età e perfino il mutare delle mode in termini di abbigliamento e acconciature.

Dettagli in parte lasciati alla fantasia degli incisori, certo, ma che mostrano il gusto dei tempi con la fedeltà che soltanto le monete – documenti storici di prima mano – riescono a fare.

Scritto come omaggio a un altro numismatico di fama internazionale, Miquel de Crusafont i Sabater, questo lavoro di Enrico Piras merita una segnalazione non certo per il numero delle pagine né – tanto meno – per il desiderio di compiacere un collaboratore: si tratta, piuttosto, dell’esempio che un articolo del genere ci fornisce.

Scritto a partire dall’analisi dei materiali numismatici, supportato dalla bibliografia, arricchito dalla cultura personale questo scritto sui reali di Carlo II per Cagliari rappresenta un esempio di metodo, specie in un periodo in cui troppo spesso si scrive di monete con superficialità e approssimazione.