Un saggio catalogo completa l’esposizione di buoni fiduciari in corso, svelando storia e tutto il fascino degli “spiccioli di carta” italiani e mondiali
di Antonio Castellani | La mostra Spiccioli di carta. Rare testimonianze di una vicenda monetaria tra XIX e XX secolo, aperta alla Casa museo Ivan Buschi di Arezzo (leggi qui per saperne di più) vede il suo degno completamento nell’edizione di un saggio catalogo di Franca Maria Vanni pubblicato dalle edizioni Edifir di Firenze nella collana Studi di storia e di critica d’arte diretta da Carlo Sisi.
Il volume, 208 pagine a colori (Isbn 978-889280-076-2, € 16,00) si apre con una prefazione di Stefano Poddi, presidente dell’Associazione italiana cartamoneta alla quale segue in ampio capitolo di contestualizzazione storico economica dei biglietti fiduciari italiani che, nel periodo 1966-1876, costituiscono una massa monetaria eterogenea, spesso ai limiti delle regole o fuori dalle leggi, ma al contempo esemplare per varietà e interesse.
Queste emissioni di “spiccioli” da parte ci comuni, piccole banche, associazioni e cooperative, esercenti commerciali e privati cittadini, infatti, tendono spesso a sfuggire al quadro di una corretta circolazione per diventare “abusivi” sia nel senso proprio del termine che per l’abuso che, della loro produzione e uso, spesso si fa in varie città e regioni d’Italia.
Franca Maria Vanni prosegue con un approfondimento monografico dedicato al territorio aretino, ai buoni fiduciari di questa zona e in particolare a quelli della Fraternita dei Laici, antichissimo sodalizio attivo in città da secoli e passa quindi alla catalogazione di una selezione ragionata di parte dei buoni che fanno parte della collezione Ivan Bruschi.
Interessante e utile il taglio metodologico del catalogo in cui, ad ogni biglietto, non sono abbinate solo le immagini e una descrizione puntuale, ma anche una bibliografia completa e una scheda di approfondimento sull’autorità emittente, l’ambito di circolazione, curiosità e informazioni accessorie.
Una miniera di notizie storiche ed economiche, insomma, che conferisce al volume Spiccioli di carta un plusvalore sia per coloro che cercano informazioni sui biglietti fiduciari italiani di ambito locale che per coloro che, invece, pur digiuni di nozioni sulla cartamoneta, si affacciano a questo mondo così interessante.
Il saggio catalogo collegato alla mostra in corso ad Arezzo evidenzia come, nell’ambito dei biglietti fiduciari, si spazi dal cartoncino manoscritto e timbrato dalla “autorità emittente” a quello finemente stampato con lastre che nulla hanno da invidiare a quelle delle banconote, “sorelle maggiori” di questa forma di denaro così particolare.
In gran parte di piccolo valore – fino a una, due, cinque lire – i biglietti fiduciari mostrano eccezioni come alcuni rarissimi tagli da 50 lire (non dimentichiamo che, all’epoca, ciò corrispondeva a una moneta da 16,125 grammi d’oro 900 o a ben dieci monete da 25 grammi d’argento allo stesso titolo) e coprono gran parte del territorio italiano, quasi a significare – nell’Italia appena unificata – una “rivincita” dei tanti campanili della Penisola.
Chiude l’opera, prima dell’ampia bibliografia, una sezione dedicata – in parallelo al percorso della mostra – ad una selezione di buoni fiduciari cartacei dal resto del mondo in cui si notano esemplari di notgeld tedeschi – alcuni stampati su seta, molti di forte impatto pittorico – e da paesi remoti non solo del continente europeo.