È l’unico esemplare autentico di denario legionario con l’insegna della Legio XVI Gallica in mani private ed è andato all’asta alla fine del 2021

 

di Antonio Castellani | Alla fine dello scorso anno è apparsa in asta Leu Numismatik (vendita 9 del 24 ottobre 2021, lotto 1154) una delle monete romane più rare e che merita un approfondimento non solo per la sua storia ma anche per come, analogamente ad altri tipi di grande pregio, è stata oggetto di falsificazioni.

Le legioni, formidabili macchine da guerra, rappresentarono lo strumento di penetrazione di Roma in regioni lontane e l'arma con cui controllare le popolazioni locali
Le legioni, formidabili macchine da guerra, rappresentarono lo strumento di penetrazione di Roma in regioni lontane e l’arma con cui controllare le popolazioni locali

Si tratta di un denario legionario risalente al giugno-dicembre del 68 d.C. ma coniato a nome di Augusto (27 a.C – 14 d.C.) e battuto da una zecca incerta nella Germania Inferiore a nome delle legioni del Reno.

Un omaggio al fondatore della legione e al suo stemma

La moneta è un denario legionario suberato di mm 17, del peso di g 2,20. Al dritto la testa nuda di Ottaviano Augusto a sinistra, al rovescio l’iscrizione LEG . XV[I] con un leone che salta verso destra.

Bibliografia: BMC pag. 56, *. CG 160.3 (questa moneta). Cohen 187 (Augustus). Martin A 20. Nicolas – RIC 101 corr. (tipo avente il leone sotto la legenda, non sopra).

Si tratta, come detto, di una moneta di altissima rarità, uno dei soli quattro esemplari conosciuti e l’unico in mano a privati. Una moneta di eccezionale importanza e interesse storico, ben patinata e di finissimo stile, solo con poche frammentazioni nella suberatura.

denario legionario

Prestigioso, e non poteva essere altrimenti, anche il pedigree di questo denario legionario, appartenuto alla collezione del Dipl.-Ing. Christian Gollnow, ex Numismatic Fine Arts XVI, 2 dicembre 1985, lotto 379 e poi passato in asta Leu 20, 25 aprile 1978, lotto 193.

Sono solo cinque i denari legionari conosciuti del periodo 68-69 d.C.

Dal punto di vista storico numismatico, questa moneta merita un’attenzione particolare per essere uno dei soli cinque denari della guerra civile conosciuti che nominano una legione coinvolta negli aspri combattimenti del 68 e 69 d.C.

Le cinque monete sono divise in due emissioni e della prima è noto un solo esemplare nella Collezione Evans, ora a Oxford, con Marte sul dritto e la Vittoria con trofeo al rovescio. La sua legenda nomina la Legio XV Primigenia di stanza a Castra Vetera (Xanten), una legione particolarmente sfortunata che fu assediata dai Batavi nel 69-70 e massacrata dopo aver capitolato al capo dei ribelli, Gaius Julius Civilis, nel marzo 70.

denario legionarioLa seconda legione compare su una serie di denari in nome di Augusto, sopravvissuta in quattro esemplari, due dei quali a Berlino, uno in Vaticano e uno – questa  moneta – nella Collezione Gollnow. È la Legio XVI Gallica, di stanza a Novaesium (Neuss) all’epoca della guerra civile, a soli 54 km di distanza dalla Legio XV Primigenia di Castra Vetera.

Origini, gloria e fine della Legio XVI Gallica

Una legione creata proprio da Ottaviano intorno al 40 a.C. in preparazione della sua campagna contro Sesto Pompeo e fu schierata in Gallia, nella Rezia, in Germania Superiore e, infine, Germania Inferiore nei decenni successivi.

Dal sito "RomanoImpero", la ricostruzione dell'insegna della Legio XVI Gallica
Dal sito “RomanoImpero”, la ricostruzione dell’insegna della Legio XVI Gallica

La legione svolse un ruolo cruciale nella guerra civile del 68-69 e nella rivolta dei Batavi del 69-70 e fu distrutta dalle nella seconda battaglia di Bedriacum il 24 ottobre 69.

Ciò che restava della XVI Legio in Germania Inferiore capitolò ai ribelli bataviani nella primavera del 70 a seguito di un fallito tentativo di rompere l’assedio del campo della Legio XV a Castra Vetera.

Fortunatamente, i prigionieri furono liberati pochi mesi dopo da Quintus Petelius Cerialis, che era imparentato con Vespasiano e che sconfisse l’insurrezione bataviana nell’estate del 70. L’imperatore Vespasiano congedò la Legio XVI Gallica e la istituì la Legio XVI Flavia Firma con base a Satala, in Cappadocia, lontano dal ribelle scenario germanico.

Zecche militari al seguito delle legioni in Germania?

Non sappiamo cosa abbia spinto le autorità a coniare denari a nome della Legio XV Primigenia e della Legio XVI Gallica, escludendo i nomi delle altre due legioni renane (almeno per quanto ne sappiamo), ovvero la IV Macedonica e la XXII Primigenia di stanza a Mogontiacum.

Fu Vespasiano a congedare la Legio XVI Gallica dopo la disastrosa seconda battaglia di Bedriacum
Fu Vespasiano a congedare la Legio XVI Gallica dopo la disastrosa seconda battaglia di Bedriacum

Tuttavia, se solo due legioni furono onorate con monete, queste coniazioni dovettero essere state concepite e prodotte nelle zone in cui erano stanziate.

Secondo gli studiosi, la coniazione  probabilmente avvenne in uno degli accampamenti di Castra Vetera e/o di Novaesium, tra maggio e dicembre 68, quando le due formazioni militari mostravano preoccupanti segnali di ribellione.

Da notare i soggetti delle monete della Legio XVI Gallica, che mostrano, sul dritto, il fondatore Augusto (o più precisamente Ottaviano), mentre sul rovescio vi è lo stemma, un leone verso destra. Una moneta, dunque, che fa appello alla storia e all’orgoglio della legione nel tentativo dei comandanti di assicurarsi la lealtà delle truppe in un momento di instabilità e in cui le rivolte potevano scoppiare in ogni momento.

Copie moderne perquesti rarissimi denari di I secolo

Purtroppo, una serie di falsi moderni del denario legionario della Legio XVI Gallica e non sono apparsi in asta dapprima nel 2006 e poi nel 2016-2020, anche se lo stile, il metallo e l’aspetto generale li rendono abbastanza facili da individuare.

Ad oggi, la moneta qui illustrata è l’unica genuina in mani private. La serie dei falsi comprende anche una moneta a nome della Legio XVI Gallica con la Virtus al dritto e il leone della Legio XVI al rovescio, oltre a un gruppo di tre monete con la Libertas al dritto, insieme a sette aquile legionarie e la legenda CONSENSVS sul verso. Ultima, ma non meno importante, è anche una moneta falsa della Legio I Germanica, raffigurante Marte con legenda LE.