Vi presentiamo gli interessanti contenuti della RIN 2022, volume annuale di studi e approfondimenti edito dalla Società numismatica italiana
di Roberto Ganganelli | Torna puntuale per i cultori di monete e medaglie, a fine primavera, l’appuntamento con la Rivista italiana di numismatica, organo della Società numismatica italiana fondato nel 1888 da Solone Ambrosoli e giunto quest’anno al volume CXXIII.
Stampata quest’anno su 3328 pagine, la RIN propone una prima sezione di Materiali e saggi critici in cui figurano cinque contributi. Il primo, a firma di Andrea Stella, si intitola Monete romane provinciali di zecca alessandrina nella collezione del Museo archeologico nazionale di Aquileia e analizza 63 esemplari da Augusto alla chiusura della zecca provinciale. La ricca documentazione aquileiese è il risultato dei rapporti tra la città e l’Egitto in età imperiale, dovuti al rifornimento granario dell’esercito stanziato lungo il limes danubiano.
A seguire, Saverio De Rosa propone Vitellius: un’inedita associazione di coni a Pompei. Moneta enea della fase di transizione: spunto per una riflessione incentrando il suo articolo su un sesterzio di Vitellio con inedita associazione di coni rinvenuto a Pompei durante le operazioni di scavo del pistrinum VII 2, 3.6-7.
Sempre di numismatica imperiale si occupa Cristina Crisafulli con Ripostiglio di Ceraino, un interessante approfondimento su un ripostiglio rinvenuto nel 1855 nel Veronese che sembrava disperso. Tuttavia, documenti conservati presso il Museo Correr hanno permesso di ricostruirne le vicende dopo il ritrovamento: le 636 monete recuperate dai funzionari locali furono acquistate dal museo veneziano, anche se i duplicati furono fatti fondere. Oggi presso il Correr sono conservati 198 esemplari, mentre 51 sono andati dispersi.
Originale anche il contributo di Michele Asolati, dal titolo Da monete a contrappesi: riusi funzionali della moneta romana tra la fine dell’età antica e l’inizio del medioevo. L’articolo prende in considerazione il reimpiego delle monete romane di bronzo come contrappesi monetali databili a fasi post-antiche. Molti di questi sono ottenuti dalla manipolazione di monete originali, di cui però vennero lasciati in evidenza uno o entrambi i tipi per garantire la rispondenza del peso allo standard di riferimento.
È invece a doppia firma – Marco Bazzini e Davide Fabrizi – lo studio su Un tornese in mistura inedito di Filippo II di Spagna (1554-1598) o di Filippo III (1598-1621) della zecca di Napoli, moneta inedita della collezione del Museo archeologico nazionale di Parma che potrebbe essere l’unico superstite di un’emissione di tornesi in mistura d’argento coniati a Napoli nel 1572 o nel 1606. La moneta reca uno stemma con fascia che ricorda quello inciso su un grano in rame del Museo nazionale di Napoli illustrato da Fiorelli nel 1871 e ritenuto un saggio di moneta non mai coniata, avente nel rovescio lo stemma della città.
Per la medaglistica, Armando Bernardelli pubblica Una medaglia per Lucio Crista e i suoi figli, eroi di Todi. Un curioso esempio di lettura ‘‘equivoca’’: nella seconda metà del XVI secolo compare notizia del rinvenimento di una medaglia dedicata a Lucio Crista e ai suoi figli, eroi di Todi, morti nella Seconda guerra punica per mano di Annibale.
Creata nella seconda metà del XVI secolo e fatta passare come antica, ben presto, per un errore nella lettura della legenda finì per essere associata a ben altro soggetto rispetto a Lucio Crista e la sua prole. L’esemplare pubblicato, conservato ai Musei civici di Vicenza, risulta l’unica copia individuata della medaglia.
Due i contributi di storiografia numismatica: il primo porta la firma di Davide Acciarino ed è dedicato a Ulisse Aldrovandi numismatico. Lo studio approfondisce l’attività del grande naturalista bolognese nel campo della numismatica. Tra gli aspetti di maggior interesse da lui indagati l’ambito della metrologia. A partire da una ricognizione del suo lascito manoscritto, inoltre, viene presentata una versione inedita del Methodus de nummis percussis e altre carte relative allo studio delle monete antiche.
A seguire, Ludovico Scaglione presenta Storia delle monete pseudo-imperiali attribuite a Vitaliano e riattribuzione di due controversi esemplari presenti nelle collezioni dei Musei reali di Torino. L’autore parte da un’attribuzione diffusa nel XIX secolo, in seguito abbandonata ma rimasta presente nelle registrazioni archivistiche di alcuni musei: l’assegnazione al generale bizantino Vitaliano, degli inizi del VI secolo, di alcune monete in vari metalli.
Partendo da note inventariali delle collezioni torinesi l’autore ripercorre la fortuna di tale classificazione. Procedendo poi all’analisi degli esemplari torinesi e di alcuni disegni in bibliografia, conferma la correttezza delle conclusioni raggiunte in seguito dagli studiosi.
Due Note seguono, nella RIN 2022. La prima è di Cristiano Rossetti e indaga i sigilli bizantini della raccolta numismatica del Dipartimento di Studi umanistici di Trieste e la seconda, di Alberto Mosca e dal curioso titolo “Si fanno lecito non volere dare grano, né pane, né vino”, si sofferma su fenomeni di svalutazione, contraffazione e tosatura, nonché sugli editti monetari collegati nella regione trentino-tirolese all’inizio del XVII secolo.
Sette contributi nella sezione Discussioni, recensioni e segnalazioni chiudono il volume CXXIII della Rivista italiana di numismatica diretta da Andrea Saccocci: fra questi, quattro portano la firma del compianto Giuseppe Girola, a lungo bibliotecario della Società numismatica italiana che abbiamo ricordato in occasione della recente scomparsa (leggi qui l’articolo).