In asta Künker tre fra le ultime, rare monete di Siracusa indipendente, mentre i Romani la assediavano e il genio costruiva le sue macchine di difesa

 

di Ursula Kampmann |  Corre l’anno 214 avanti Cristo: Annibale tiene i Romani in scacco. Solo due anni prima aveva spazzato via l’esercito romano nella battaglia di Canne. Si dice che un terzo dell’intera classe dirigente romana perì nella battaglia. Il mondo antico ne fu scosso in modo tremendo e questo è l’unico modo per spiegare il fatto che anche la città mercantile di Siracusa iniziò a considerare seriamente un cambio di schieramento.

La città siciliana era stata fedelmente al fianco della Repubblica Romana, infatti, fin dal 263 a.C. e Roma l’aveva onorata concedendo a Siracusa uno status giuridico speciale: il proconsole romano di Sicilia non aveva potere nel territorio siracusano.

Ma a un certo punto il vecchio Gerone II morì. Suo nipote Geronimo salì al trono quindicenne e si trovò di fronte un condottiero come Annibale, molto più potente e minaccioso dei senatori romani che, all’epoca, stavano perdendo una battaglia dopo l’altra.

All’inizio del 214 Geronimo inviò degli ambasciatori ad Annibale, che stipularono un’alleanza con la speranza di espandere i domini siracusani grazie al condottiero punico. Ma prima che l’esercito di Geronimo, radunato a Leontinoi, potesse iniziare la prevista campagna per la conquista di Messina, Geronimo fu assassinato e a Siracusa scoppiò una guerra civile.

siracusaIn primo piano, il tempio di Artemide, sullo sfondo quello di Atena. Modelli esposti nel Museo Archeologico di Siracusa. Foto: KW

Tra pace e guerra, Siracusa in bilico fra Roma e Cartagine

Spesso tendiamo a dimenticare che – anche nell’antichità – persone con interessi e valori diversi vivevano nelle stesse città. Così, dopo l’assassinio di Geronimo, i Siracusani discussero ferocemente sull’opportunità di allearsi con Cartagine o con Roma.

Coloro che sostenevano Roma cercarono di parlare con il console romano Marco Claudio Marcello. Ma i loro sforzi non condussero  a nulla. L’esercito a Leontinoi aveva ormai compromesso l’idillio con Roma.

La ragione di ciò era che i soldati compivano incursioni nel territorio romano e il proconsole Marco Claudio Marcello, ovviamente, non poteva e non voleva tollerarlo. Ordinò al suo esercito di attaccare Leontinoi e i suoi legionari presero d’assalto la città. Molti soldati di Siracusa morirono e molti civili furono uccisi nel saccheggio che ne seguì.

Così facendo, il console suscitò naturalmente l’ira dei Siracusani e il numero dei favorevoli all’alleanza con Roma si ridusse drasticamente. Un’elezione tenuta nell’inverno del 214-213 a.C. mise due degli inviati di Annibale a capo della città, e questi usarono questo ruolo strategico per aprire un “secondo fronte” contro Roma in Sicilia.

Una serie di monete per finanziare la lotta contro Roma

In questo contesto venne emessa una serie di monete che non mostrano il ritratto di un sovrano sul dritto, bensì gli dei più importanti della città. Possiamo presumere che lo scopo delle monete fosse quello di pagare il salario dei soldati in modo che potessero pagarsi il loro cibo invece di saccheggiarlo. Per una città ricca e densamente popolata come Siracusa, questo era l’unico modo per mantenere la pace mentre in presenza di un grande esercito.

Di conseguenza, furono coniate molte denominazioni diverse: c’erano monete da 16, 12, 10, 8, 6, 4 e 2 1/2 litre, con un peso di g 0,89 definito come standard per la litra. Nell’ambito della collezione Dr. Guy Sylvain Paul Bastin, che sarà offerta all’asta 367 il 6 aprile 2022, la casa d’aste Künker proprorrà tre diversi tagli di questa serie, tutti molto rari.

Siracusa. 16 litre, 214-212 a.C. D/ Testa di Zeus con corona d’alloro a sinistra. Rv. Nike, che spinge al galoppo una quadriga. Molto rara. Stima: 10.000 euro. Künker asta 367 (6 aprile 2022), n. 7081

Indubbiamente l’incisore che realizzò i coni per questo pezzo di 16 litre fu tra uno dei tanti artisti siracusani particolarmente dotati. Il dritto raffigura il volto monumentale di Zeus, per il quale i Siracusani avevano costruito un tempio poco fuori dalla città vera e propria.

Adoravano Zeus come Olimpio, ricordando che i sacerdoti di Olimpia avevano accompagnato i primi coloni nel loro viaggio nell’ignoto. Pertanto, il rovescio presenta una quadriga vittoriosa, un’allusione nota fin dagli inizi della storia della monetazione della città e che rappresenta la partecipazione regolare di Siracusa alle corse dei carri dei Giochi Olimpici.

Siracusa. 12 litre, 214-212 a.C. D/ Testa di Atena a sinistra. R/ Artemide, armata di arco, ai suoi piedi un cane da caccia. Stima: 1.000 euro. Da Künker asta 367 (6 aprile 2022), n. 7082

La moneta da 12 litre è stato il taglio più prodotto di questa emissione. Mentre solo tre diversi coni di dritto sono stati usati per coniare le monete da 16 litrae, almeno 14 coni sono stati creati per le monete da 12 litre, come ha scoperto lo studioso Andrew Burnett.

Atena e Artemide erano entrambe divinità importanti a Siracusa. Chiunque abbia visitato la città ricorderà quanto sia stato impressionante vedere che le colonne del vecchio tempio di Atena sono ancora in parte visibili nelle pareti dell’odierna cattedrale.

Artemide condivideva il recinto sacro con Atena. Aveva un elegante tempio ionico proprio accanto. Questa vicinanza geografica è riflessa in numismatica da questa moneta.

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Siracusa. 6 litre, 214-212 a.C. D/ Testa di Eracle a sinistra. R/ Nike, alla guida di una biga a destra. Molto rara. Stima: 2.000 euro. Da Künker asta 367 (6 aprile 2022), n. 7083

Esistono nove coni di dritto per le 6 litre, che mostrano Eracle sul dritto e una biga guidata da Nike sul retro. Un mito locale lega Eracle alla sorgente delle Ciane, che – sebbene Aretusa sia molto più conosciuta – ebbe un ruolo importante nel calendario religioso dei Siracusani.

Durante un viaggio per la Sicilia, si dice che Eracle abbia stabilito come celebrare questa festa: il bue che viene sacrificato in quell’occasione non dovrebbe essere macellato come al solito ma essere condotto in acqua per annegarvi. Sappiamo dal discorso di Cicerone contro Verre che questa festa era celebrata ancora in epoca romana.

Il genio di Archimede e l’assedio di Siracusa

Quanto detto ci porta alla catastrofe causata dal cambio di alleanza attuato dai Siracusani. Siracusa faceva affidamento sulle sue mura, ritenute inespugnabili. Marcello decise comunque di attaccare la città sacrificando molti dei suoi uomini in un assalto irragionevole.

siracusaLa primavera sul fiume Ciane, breve corso d’acqua della Sicilia orientale che nasce dalle sorgenti Pisma e Pismotta, ai piedi del Cozzo Pantano, e sfocia nel porto grande di Siracusa. Foto: KW

A questo punto, gli storici parlano sempre del geniale matematico Archimede, le cui macchine da guerra avrebbero causato la morte di molti romani. Apparentemente, era più facile per i romani dare la colpa del fallimento e delle molte morti a un genio piuttosto che affrontare il fatto che il loro proconsole era rimasto tranquillo per decenni mentre Siracusa diventava sempre più inattaccabile.

Possiamo essere abbastanza certi che le mura della città siano state la ragione principale per cui una conquista immediata della città fallì, per quanto interessanti possano essere state le macchine da lancio e le gru a rampino di Archimede.

La morte di Archimede e di molti suoi concittadini

Il piano degli inviati di Annibale funzionò: Roma divise le sue forze e la Sicilia divenne una nuova base di rifornimento per Annibale. Nel tardo autunno del 213 gran parte dell’isola era nelle sue mani, ma ciò non impedì a Marcello di assediare Siracusa.

Aspettò pazientemente che si presentasse un’opportunità. Era facile scoprire quando i Siracusani celebravano le loro feste ed era anche risaputo che, durante l’annuale festa di Artemide, si bevevano grandi quantità di vino.

Marcello ne approfittò. Inviò truppe d’assalto per scalare una sezione non sorvegliata della massiccia cinta muraria e per aprire la porta dell’Hexapylon per far entrare l’intero esercito. Ma questa era solo la prima cinta muraria: quello che è l’attuale centro cittadino aveva proprie, ulteriori fortificazioni.

P. Cornelius Lentulus Marcellinus. Denario, 50 a. C. Raro. Stima: 500 euro. Da Künker Auction 367 (6 aprile 2022), n. 7868. La raffigurazione dei triskeles dietro il ritratto di un altro membro della gens ricorda la conquista di Siracusa, mentre il rovescio ricorda le gesta eroiche di Marco Claudio Marcello, che avrebbe compiuto nella battaglia contro gli Insubri

Così l’assedio continuò, e continuò finché i Cartaginesi a poco a poco rimasero indietro in tutta la Sicilia. Non appena i Siracusani si resero conto che non potevano più aspettarsi nulla dai loro alleati, inviarono messaggeri a Marcello.

Egli tuttavia non reagì: era lui il vincitore. E quando un capo mercenario iberico gli aprì una porta per l’isola fortezza di Ortigia, mandò un piccolo gruppo di soldati a portargli il tesoro siracusano e lasciò che il suo esercito saccheggiasse il resto della città.

siracusaDove sorgeva l’antico tempio di Atena venne edificata la Cattedrale di Siracusa. Le colonne doriche sono ancora ben visibili. Foto: KW

Grazie a Tito Livio abbiamo una descrizione degli orrori che seguirono. Il mondo antico non conosceva il diritto internazionale o il concetto di protezione dei civili. Questo è il contesto della morte di Archimede e della famosa frase: “Non disturbate i miei calcoli!”. L’ha detto davvero? Chissà. Se non è vero, è di certo una bella trovata letteraria.

Forse Archimede è anche un simbolo del dolore romano per aver distrutto una delle più grandi dimore di arte e cultura che l’antica Grecia avesse prodotto. La forza creativa che Siracusa seppe mobilitare prima dell’assedio, già nel 214 a.C., è testimoniata non solo dalle invenzioni di Archimede ma anche dal magnifico pezzo di 16 litrae con la testa di Zeus, che può certamente reggere il confronto con le migliori opere dell’arte classica.