Correva l’anno 1977 quando dalle presse della Zecca uscirono le prime 200 lire, moneta che per un quarto di secolo ha scandito la storia italiana
di Roberto Ganganelli | Abbiamo ricordato poche settimane fa i quarant’anni dall’emissione della prima, storica moneta bimetallica della Repubblica Italiana, le 500 lire che sia nella versione standard (leggi qui) che nelle varie edizioni commemorative (leggi qui), ha segnato gli ultimi due decenni di storia della lira. Ed è stato un autentico successo, a riprova di quanto ancora oggi – a vent’anni dal suo pensionamento – la “cara vecchia lira” abbia tanti estimatori e incuriosisca molti “non addetti ai lavori”.
Ebbene, un altro nominale familiare a moltissimi di noi – non solo ai collezionisti – festeggia quest’anno una ricorrenza importante: si tratta delle 200 lire in bronzital che, coniate per la prima volta nel 1977, spengono simbolicamente 45 candeline nel 2022.
Anno 1977, tutti pazzi (non senza motivo) per le nuove 200 lire
Ventiquattro millimetri per cinque grammi di peso, contorno rigato, le 200 lire nel primo anno di emissione furono prodotte in ben 15.900.000 esemplari, tutti puntualmente tesaurizzati e rivenduti al “mercato nero” a 2000 lire l’uno. Una bella cifra se si pensa che, nel 1977, un litro di benzina – pur ai massimi storici, per quegli anni – costava 500 lire, una tazzina di caffè 120 e un quotidiano 150 lire!
Eppure non fu neppure la moneta più “riuscita” della serie repubblicana: una testa di giovane donna volta a destra – la Repubblica – sul dritto, il valore e la data incastonati in un brutto ingranaggio al rovescio, a richiamare sì l’emblema di Stato ma senza, certo, portare la moneta al livello delle 50 lire Vulcano o delle 100 lire Minerva.
Tra il 1977 e il 2001 saranno oltre un miliardo e mezzo le monete da 200 lire messe in circolazione: abbastanza, fin dall’inizio dell’emissione per mettere fine all’epoca dei miniassegni, quel mare di variopinta carta che, per la carenza di spiccioli metallici, dai primi anni ’70 aveva integrato il circolante italiano.
Gli anni del boom delle 200 lire furono il 1978 e il 1979, quando vennero coniati rispettivamente circa 461 e 437 milioni di monete; altri 105 milioni videro la luce nel 1980 e il conio opera dell’artista Mario Vallucci divenne così familiare a tutti gli italiani.
Tante le varianti di conio e gli errori come, nel 1978, la presenza di una escrescenza di metallo a “mezzaluna” sotto il collo al dritto o gli esemplari con orientamento “a medaglia” o, nel 1979, quelli senza firma dell’incisore oppure – per una debolezza dell’impronta – con il ritratto “a testa pelata”.
Le 200 lire commemorative, da Maria Montessori in poi
Le 200 lire debuttano anche nel segmento delle monete commemorative di circolazione già nel 1980 quando, per la prima volta nel nostro paese, una moneta viene dedicata ad una donna – la pedagogista Maria Montessori, omaggiata nel 2020 anche da una 2 euro (leggi qui) – e coniata in 48,5 milioni di pezzi.
È lo scultore e medaglista Sergio Giandomenico a modellare il ritratto della Montessori e la scena del rovescio – dedicato alla FAO e alla campagna di “valorizzazione della donna” – in cui una madre, con una vanga al suo fianco e il figlio alle sue spalle, legge un libro.
È un successo che l’anno seguente viene replicato a firma di Guido Veroi con le 200 lire per la prima Giornata mondiale dell’alimentazione FAO: al dritto la facciata di Villa Lubin, sede del vertice; al rovescio una giovane donna che sparge sementi da una cornucopia.
La serie delle celebrative da 200 lire si interrompe fino al 1989 quando a Sergio Grossi viene affidata la modellazione del rovescio per ricordare il centenario dell’Arsenale di Taranto, simboleggiato dalle sue architetture portuali e dal passaggio della nave scuola Amerigo Vespucci. Il dritto rimane invece, come accadrà spesso anche in seguito, la testina d’Italia modellata nel 1977 dal Vallucci.
Nel 1990, Eugenio Driutti realizza sulle 200 lire per il centenario della IV Sezione del Consiglio di Stato una delle più belle prospettive architettoniche in moneta del secondo dopoguerra: si tratta della facciata di Palazzo Spada a Roma, riprodotta fedelmente in ogni minimo dettaglio, a dimostrazione di come anche una “banale” moneta da 200 lire possa essere un vero capolavoro.
Più prosaica, per forza di cose, è la 200 lire del 1992 per l’Esposizione mondiale di filatelia tematica che, in occasione del V centenario colombiano, viene organizzata a Genova e della quale l’artista della Zecca Sergio Grossi si limita a riprodurre il moderno logo ufficiale.
L’anno dopo un’araldica celebre, quella dell’Aeronautica Militare, nel 70° di fondazione della forza armata viene invece reinterpretata con passione e stile da Luciano Zanelli, ufficiale dell’Arma azzurra divenuto medaglista e che, con questa 200 lire, debutta nel mondo della moneta.
L’anno dopo, il maestro o Luciano Zanelli, che è scomparso nel 2021 (clicca qui per un suo ricordo) fa il bis con un’altrettanto personale interpretazione della granata e della fiamma che rappresentano il simbolo dei Carabinieri, ricordati sul rovescio della moneta da 200 lire nel 180° anniversario dalla loro fondazione.
Eugenio Driutti, invece, nel 1996 si vede affidare dritto e rovescio delle 200 lire commemorative del 1996, dedicate al secolo dalla fondazione dell’Accademia della Guardia di Finanza: l’artista modella per il dritto una doppia prospettiva architettonica della sede dell’Accademia di Bergamo, attraversata da una fascia con scritto REPUBBLICA ITALIANA; al rovescio un’altra fascia con il valore L. 200 divide il campo per lasciare spazio allo stemma delle Fiamme gialle e ad un berretto con spadino, simboli dei cadetti.
Riprendono il dritto del Vallucci le ultime 200 lire commemorative: quella del 1997, opera di Ettore Lorenzo Frapiccini, per il secolo della Lega Navale Italiana (il cui stemma è impresso al rovescio con data e valore) e quella del 1999 per i trent’anni del Nucleo Carabinieri TPA (oggi TPC, cui è stata dedicata un’altra moneta nel 2019) in cui alla granata è abbinato il David di Donatello, uno dei simboli del patrimonio culturale italiano.
Fondo specchio o d’argento: le 200 lire davvero “per pochi”
Tutte le monete da 200 lire in bronzital di circolazione, tanto quelle in versione standard “testina / ingranaggio” che quelle commemorative, sono mediamente comuni ancora oggi sul mercato, specie se non in perfette condizioni.
Caso diverso rappresentano le 200 lire nelle versioni fondo specchio – proof – inserite nelle apposite serie della Zecca di Roma destinate ai collezionisti dal 1985 al 2001 come un discorso a parte meritano le 200 lire coniate in argento.
Ebbene sì, per alcuni anni il taglio da 200 lire fu usato anche per coniazioni destinate ai numismatici (titolo 835 millesimi, mm 24 per g 5) a partire dalla moneta firmata da Frapiccini che – in trittico con le classiche 500 lire e l’inedita 100 lire – celebrò nel 1988 gli otto secoli dell’Università di Bologna.
Fu poi la volta di una 200 lire in argento “sportiva” modellata da Maurizio Soccorsi per il Campionato mondiale di calcio “Italia ‘90” e, due anni dopo, di una bella 200 lire “colombiana” a doppia firma, Annalisa Valentini e Uliana Pernazza.
Le ultime due monete da 200 lire in argento della storia repubblicana datano rispettivamente al 1991 – Flora e fauna da salvare, il lupo, a firma di Annalisa Valentini – e al 1993, centenario della Banca d’Italia. Per questa moneta, parte di un trittico con le 100 e le 500 lire d’argento, Ettore Lorenzo Frapiccini modella un’elegante testina d’Italia laureata e turrita e, per il rovescio, una scena che mostra una banca dell’antica Roma.
Quale valore per le 200 lire? Tra verità e tante fake news
A conclusione di questo “regalo di compleanno” che abbiamo voluto fare alla moneta da 200 lire emessa per la prima volta nel 1977, e volendo sgombrare il campo da tante informazioni distorte che circolano in rete, basti sapere a collezionisti e non che:
- Le uniche 200 lire di circolazione tipo “testina / ingranaggio” che in fior di conio valgono qualche euro (da 3-4 a 8-9, a seconda delle annate) sono quelle dal 1982 al 1986 che hanno avuto tirature più basse;
- Le 200 lire del 2000 e del 2001, non essendo entrate in circolazione ma inserite solo nelle serie della Zecca, se “sfuse” valgono circa 10 euro in fior di conio;
- Tutte le 200 lire commemorative in bronzital sono monete assolutamente comuni (valore in fior di conio, un euro);
- Del 1977 esiste la versione PROVA che ha un valore numismatico elevato;
- Hanno un valore numismatico – si veda per questo un catalogo specializzato, ad esempio il Gigante 2022 – le edizioni in bronzital fondo specchio e quelle speciali in argento.