Da Romano di Lombardia nuova puntata della serie medaglistica annuale con un omaggio al portiere dell’Atalanta degli anni ’50-’60 Zaccaria Cometti
di Roberto Ganganelli | Come tantissimi ragazzi anche Zaccaria Cometti (1937-2020) inizia a tirare calci al pallone sul campo dell’oratorio.
La scelta del ruolo di portiere, oltre che della naturale predisposizione, tecnica e fisica, è figlia probabilmente del suo carattere, schivo, silenzioso, lontano anni luce dai modi da protagonista tipici dell’ala o del centravanti.
Dai campi di provincia alla serie A
E mai scelta fu più opportuna: dai polverosi campetti di provincia, da portiere della Fiorita, approda infatti, nel 1956, direttamente all’Atalanta, alla serie A e vi rimane, come calciatore, addirittura fino al 1970, per farvi ritorno, dopo aver terminato la carriera a Trento, nel 1975, ricoprendo vari incarichi tecnici, in particolare quello di preparatore dei portieri.
Nel suo curriculum brilla la Coppa Italia conquistata dalla squadra orobica nel 1963; più di 200 le presenze con la maglia dell’Atalanta, ma soprattutto il ricordo di un’umanità, la sua, che ha saputo far breccia nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, tifosi, tecnici, campioni, per i quali ebbe sempre parole e gesti di amicizia e incoraggiamento.
Nell’anno – il 2021 – in cui lo sport ha assunto un particolare valore simbolico di elemento di “ripartenza”, l’amministrazione comunale di Romano di Lombardia (BG), dopo aver intrapreso l’iter per intitolare lo stadio comunale a Zaccaria Cometti, ha deciso di dedicargli anche una medaglia commemorativa.
Commissionata al maestro Luigi Oldani, con al rovescio – come consuetudine – l’araldica municipale, la medaglia ci mostra al dritto un intenso ritratto di uno Zaccaria Cometti anziano, ma dal cui sguardo traspaiono mirabilmente quelle doti umane che lo hanno reso un “illustre”, un esempio, per il piccolo comune lombardo.
Sport e umanità si fanno arte
Uno sguardo “d’altri tempi”, non diverso da quello ritratto sulle ormai sbiadite figurine che negli anni ’50 e ’60 lo videro tra i protagonisti, riflesso di un calcio e di un mondo che non esistono più e soprattutto di un modo di vivere sia l’esperienza sportiva che la vita dal quale, invece, potremmo e dovremmo ancora prendere esempio.
Ringraziamola ditta Oldani Medaglie per aver condiviso con noi il bozzetto che – dopo un accurato processo creativo e produttivo – ha portato alla bella coniazione in bronzo patinato, realizzata nel consueto diametro di 60 millimetri e in tiratura limitata.