Alla scoperta di alcuni curiosi amuleti realizzati con le monete e che dovrebbero difendere dalle streghe, dal malocchio e dalla sfortuna
di Antonio Castellani | Lo sapevate che per i cinesi, tradizionalmente superstiziosi, l’amuleto più efficace e diffuso per tener lontano dalla propria casa il malocchio consisteva in una fila di cento monete antiche trafitte da una specie di lancia di ferro in modo da formare una specie di spada dall’impugnatura a forma di croce?
Una “spada numismatica” contro il malocchio
I cinesi mettevano questo amuleto – una spada di monete – sulla tastiera del letto affinché allontanasse gli spiriti maligni o Kourei, nei quali vedevano gli spettri delle persone decedute di morte violenta, che tornavano per spaventare i vivi. Da questa credenza deriva ancora oggi l’uso di montare a spada i vecchi cash unendoli tra loro con uno spago passato attraverso il foro centrale.
Un altro amuleto cinese basato sulle monete, cui si attribuiva un grande potete per allungare la vita e combattere il malocchio, era “la serratura delle cento famiglie”.
Erano i genitori a doverlo procurare per i loro figli. Dovevano chiedere ad amici e conoscenti una moneta a testa e dopo averne ottenute cento da altrettante persone, compravano con le cento monete un ornamento a forma di serratura appendendola al collo del figlio, convinti che le cento persone contattate avrebbero fatto di tutto perché il figlio giungesse all’età matura.
Dal bronzo delle campane, un toccasana in tondello
Ma non solo i cinesi, complici le monete, erano superstiziosi. In Spagna si attribuiva particolare efficacia contro le malattie alle monete di rame che Giuseppe Napoleone aveva fatto coniare fondendo le campane delle chiese. E anche che chi portava una moneta nella scarpa – vincendo il male ai piedi che ne derivava – riceveva in compenso la gioia di sognare la propria bella.
Anche per neutralizzare e ferire una strega l’unico oggetto veramente valido era una moneta. Secondo una credenza superstiziosa, a chi conta molto denaro si raffreddano le mani, mentre secondo altri contare il denaro rischia di farlo diminuire.
Ma certamente il colmo si riscontra in un’usanza della Prussia orientale: mettendosi una moneta d’oro sotto la lingua si poteva tranquillamente giurare il falso senza dover temere il castigo, né quello degli uomini né quello di Dio.
I “gobbini portafortuna” dei tre re d’Italia
E, venendo ad amuleti nostrani realizzati con monete, come non ricordate i “gobbini portafortuna” che, nella prima metà del secolo scorso, molti tenevano in tasca? Erano fatti soprattutto con monete da 5 e 10 centesimi del Regno d’Italia martellando, fino a renderli concavi, questi spiccioli e conservandoli in tasca o nel borsellino.
Chissà se il loro effetto contro il malocchio – posto che esista, come alcuni sostengono – era pari a quello delle antiche, affascinanti “spade numismatiche” cinesi?