Con effigie di re Umberto I e valore al retro, risale al 1886, due anni prima della prima emissione di questo tipo di biglietto di Stato
di Walter Nasi | Come i collezionisti di cartamoneta italiana sanno, il biglietto di Stato da 10 lire di epoca umbertina vide la luce con il tipo Doppia effigie nel 1883, a seguito del Regio decreto dell’11 marzo. Quel biglietto, che misura circa mm 98 x 59, era destinato a soppiantare l’analogo taglio dei biglietti consorziali e già consorziali sostituendolo, nelle tasche degli italiani un tipo nuovo, stampato dall’Officina carte valori di Torino.
Dal tipo Doppia effigie a quello con effigie singola
Con le emissioni decretate il 5/2/1888, il 6/8/1889 e il 25/10/1892 il biglietto di Stato da 10 lire di Umberto I venne poi modificato e, all’effigie sovrana al retro, fu sostituita la cifra 10 del valore, in caratteri ornati. Oggi, a queste tipologie emesse e già note, si aggiunge oggi un biglietto “intermedio”, unico e inedito, speciale per varie ragioni.
Innanzi tutto, per la prima volta siamo in grado di mostrare l’effettivo aspetto di quella “misteriosa” matrice che, dopo la stampa dei biglietti, veniva rifilata e inviata al macero: contraddistinta al fronte da una linea rossa verticale, forse un elemento di registro per la macchina stampatrice, contiene la dizione estesa della natura del biglietto su quattro righe.
Questa recita: BIGLIETTO DI STATO | A CORSO LEGALE, CONVERTIBILE, AL PORTATORE | IN MONETA METALLICA | DA DIECI LIRE; sotto un elemento decorativo l’iscrizione Creato con R. Decreto 11 Marzo 1883 | Regis.to alla Corte dei Conti il 15 marzo 1883 | IL CASSIERE SPECIALE (spazio) IL DELEGATO DELLA CORTE DEI CONTI. Mancano le due firme.
Sulla matrice, in verticale, sono sovrapposte le iscrizioni REGNO D’ITALIA, in nero e in corsivo maiuscolo, e DIECI LIRE in stampatello corsivo blu. Anche il fronte del biglietto vero e proprio manca delle firme dei due funzionari di controllo, il cassiere speciale e il delegato della Corte dei conti, oltre che – ovviamente – della numerazione di serie.
Per collocare questo campione dal punto di vista cronologico bisogna poi osservare con attenzione il retro: infatti, in alto e in basso rispetto al tondo della filigrana appaiono due cartigli che recitano, rispettivamente CREATO CON R. DECRETO (spazio blu) 1886 e REG.TO ALLA CORTE DEI CONTI IL (spazio blu) 1886.
Un campione di stampa per un’emissione mai effettuata
Quell’anno – per due volte esplicitamente indicato – ci fa scoprire, infatti, che già nel 1886 all’Officina carte valori di Torino si stava lavorando ad una possibile emissione del rinnovato biglietto di Stato da 10 lire con effigie singola di Umberto, emissione che tuttavia – come sappiamo – non venne realizzata se non due anni più tardi.
Il retro della matrice di questo biglietto mai emesso presenta una linea di registro blu – stesso colore di base del retro del biglietto – e un’annotazione manoscritta in corsivo, “Visto”, seguita da una firma di difficile lettura, probabilmente quella di un funzionario dell’Officina carte valori torinese incaricato di effettuare quello che oggi chiameremmo un “controllo qualità”.