Si terrà presso il Royal Carlton Hotel l’incanto della Numismatica Ranieri, con oltre mille lotti di monete e medaglie medievali e moderne, rarità ed esemplari pregiati: le offerte online sono già aperte
informazione pubblicitaria | Sarà battuta a Bologna domenica 31 ottobre, presso il Royal Carlton Hotel, l’asta numismatica Ranieri n. 16. Il catalogo, ricco di 1064 lotti, è accessibile online tramite il sito della Numismatica Ranieri (clicca qui, registrati per effettuare le tue offerte) oppure tramite le piattaforme Biddr e Bidinside. Vi ricordiamo che, nel caso di offerte sottoposte tramite queste piattaforme, ai diritti d’asta standard del 20% sarà applicata una commissione aggiuntiva dell’1,5% (su Bidinside) o del 3% (su Biddr).
Tutte le informazioni sulle condizioni di vendita sono disponibili nel nostro sito internet: per ulteriori informazioni potete inoltre contattarci via mail all’indirizzo info@numismaticaranieri.it o telefonare allo 051 267736: siamo a vostra disposizione. E ora, per voi, una selezione delle monete più interessanti e pregiate di quest’asta n. 16.
Iniziano con una piccola, affascinante moneta in oro, al Lotto 71: si tratta di un tarì in elettro per Amalfi, a nome di Ruggero II re di Sicilia (1130-1154) che per la conservazione Spl merita 700 euro di base; proseguendo, e spostandoci fuori dalla Penisola, ecco poi al Lotto 78 e al Lotto 79 due rare monete francesi del rinascimento: un grosso bianco di I Tipo, per Carlo duca d’Orleans (1408-1422 e 1447-1465) offerto a 3500 euro e un magnifico mezzo testone di Luigi XII d’Orleans, re di Francia (1498-1515) proposto da 4500 euro di base.
Al Lotto 97 e al Lotto 98, invece, segnaliamo due bolognesi di pregio: la prima è una rara gabella di papa Sisto V Peretti (1585-1590) meritevole di 1500 euro di base, la seconda il raro scudo da 4 lire (o 90 bolognini) del 1740 per Benedetto XIV. Moneta di difficile apparizione sul mercato, specie in queste condizioni, ha una base di 5000 euro.
Alla fine del XVIII secolo risalgono, invece, altre due preziose coniazioni uscite dalla zecca del capoluogo emiliano: la prima, al Lotto 103, è una magnifica lira da 330 bolognini a nome di Pio VI (base 1500 euro) mentre la seconda, al Lotto 108, è una delle emissioni più ricercate del Governo Popolare, un due carlini del 1796 di piacevolissimo aspetto (base 1500 euro).
Ci spostiamo a Firenze per mostrarvi, in tutta la sua bellezza, il Lotto 136, una piastra granducale di Francesco I de’ Medici datata 1585, fenomenale per conservazione (più di Spl) e per centratura e patina (base 8500 euro). È invece quasi Fdc (NCG MS-62) la 8 lire 1799 della Repubblica Ligure al Lotto 148 e che, impreziosita da patina di antico monetiere, parte da una stima di 5000 euro.
Quasi Fdc il Lotto 151, datato 1724 e relativo alla zecca di Livorno: a nome di Gian Gastone de’ Medici, si tratta di un fenomenale tollero in argento con base di 5000 euro, praticamente perfetto sia nei dettagli del busto corazzato del granduca che nell’iconica fortezza al rovescio.
Un poker di monete milanesi per proseguire: al Lotto 174 un ducato di Francesco Sforza (base 2750 euro), al Lotto 176 il celebre testone “doppio ritratto” di Gian Galeazzo Maria con la reggenza di Ludovico Maria (2500 euro), al Lotto 178 il rarissimo testone per Luigi XII d’Orleans (3500 euro la base) e al Lotto 180 lo scudo d’oro di Filippo II di Spagna (base 3000 euro). Una galleria di rarità meneghine fra signoria rinascimentale e dominazioni straniere.
Da Milano a Napoli per il Lotto 241 e il Lotto 243: si tratta, rispettivamente, di un mezzo ducato di Filippo II di Spagna millesimato 1575, splendido sia per ilritratto che per la patina, offerto a 1000 euro di base e di un rarissimo, anzi eccezionale grano del 1719 a nome di Carlo IV d’Asburgo, meritevole di 7500 euro di stima. A riprova di come anche gli “spiccioli” possano essere dei veri capolavori numismatici.
Servono almeno 5000 euro, invece, per l’eccellente denaro carolingio coniato a Ravenna e offerto al Lotto 264: vero e proprio “euro del medioevo”, ampio e ben centrato, si presenta come una delle monete simbolo dell’alto medioevo col suo monogramma KAROLVS che identifica l’autorità centrale e il riferimento alla zecca “periferica” sul rovescio.
Dal potere imperiale a quello pontificio per alcuni esemplari di pregio della serie sotto il segno delle chiavi e della tiara: si inizia, al Lotto 268, con un ducato di Paolo II (1464-1471) in conservazione Spl e base 2000 euro per proseguire, al Lotto 273, con un raro giulio coniato fra aprile e maggio 1555, durante il pontificato di Marcello III (base 800 euro). Meritano attenzione anche il Lotto 275, la magnifica piastra di Urbano VIII dell’anno XII con ritratto e san Michele che trafigge il drago (un capolavoro del XVII secolo con base 1500 euro) e il Lotto 280, un’altra piastra ma di Alessandro VIII, anno I, con personificazione di una Chiesa in bilico fra simbologie classiche e gusto barocco (più di Spl, 3500 euro).
Una menzione a parte, fra le coniazioni pontificie dell’asta Ranieri n. 16, la merita poi la piastra al Lotto 281, autentico capolavoro di incisione sul cui rovescio, in abbinamento al ritratto di papa Innocenzo XII Ottoboni, si ammira “la raccolta della manna” che, come ha scoperto Roberto Ganganelli, fu copiata da un dipinto del maestro Nicolas Poussin (base 900 euro).
E, tra un pontefice e l’altro, ecco le sedi vacanti, brevi periodi di interregno con le loro – spesso rari- ssime monete, come quelle al Lotto 302 e al Lotto 307, due zecchini datati rispettivamente 1758 e 1774 proposti entrambi alla base di 1500 euro.
Varie altre zecche italiane sono rappresentate nel catalogo dell’incanto del 31 ottobre: Siena, ad esempio, fa bella mostra di sé al Lotto 357 con uno scudo d’oro del 1550, estremamente raro e meritevole di 6000 euro di stima, mentre al Lotto 358 è una 5 franchi 1808 per Torino, a nome di Napoleone primo console, a meritare 6000 euro di base pur in conservazione soltanto qBb.
Per le coniazioni della Serenissima, ora, soffermiamoci sulle medaglie perché al Lotto 391 ne troviamo una di alta qualità, opera di Francesco Gioacchino Travani e con ritratto del doge Giovanni I Corner (1625-1629): voluta dal figlio, il cardinale Federico, è inedita in argento e merita 3500 euro di base d’asta. Al Lotto 400, invece, è stimata ben 50000 euro una inconsueta e raffinata coniazione di forma ellittica per il doge Marc’Antonio Giustinian (1684-1688), qFdc e con patina di antica raccolta. E chiudiamo la nostra “passeggiata in laguna” con il Lotto 410, che ci riserva una magnifica osella da 4 zecchini del 1772, anno decimo del dogato di Alvise IV Mocenigo (Spl/qSpl, base 5000 euro).
Prima di passare alle monete di Casa Savoia in asta Ranieri n. 16, nell’ordine alfabetico delle zecche italiane vi mostriamo un superbo esemplare di denaro o grosso (?) a nome di Federico II di Svevia (1197-1250, imperatore dal 1220) coniato dall’officina monetaria di Vittoria: più che Spl, con delicata patina, è proposto in catalogo al Lotto 425 a partire da 4500 euro.
Ci avviamo a concludere la panoramica sull’asta Ranieri n. 16 con alcuni pezzi a nome dei Savoia, dinastia dalla storia millenaria e che arrivò a cingere la corona d’Italia dal 1861 al 1946: al Lotto 432 spicca un doppio grosso di Filiberto I “il Cacciatore” (1472-1482) in Spl alla base di 2500 euro, mentre al Lotto 442 sono 5500 gli euro di stima per la doppia d’oro di Emanuele Filiberto (1553-1580).
Altre due auree rarità numismatiche al Lotto 449 e al Lotto 468: si tratta dei 4 scudi 1641, “della reggenza”, offerti in bel Bb a 5000 euro di partenza e di una decimale, le 50 lire 1833 Torino di Carlo Alberto, con fondi brillanti e pressoché perfetta, che parte da 3500 euro.
Invitandovi a visionare le monete mondiali e i lotti multipli dell’asta Ranieri n. 16, chiudiamo questa rassegna con il Lotto 526 (100 lire Vetta d’Italia NGM PF 66+ MATTE, base 7500 euro), con il Lotto 527 (progetto Johnson “Ape” per le 20 lire 1906, coniato in argento e Fdc, base 500 euro) e con il Lotto 846, una rarità assoluta dalla lontana Polonia: il ducato del 1626 per Danzica a nome di Sigismondo III, di cui esistono appena quuattro esemplari noti, di cui due in collezioni pubbliche (Spl, base 12.000 euro).