Tre grandi compagnie americane hanno scritto a Facebook per stigmatizzare l’uso del social come piattaforma per truffe numismatiche
di Roberto Ganganelli | La testata online americana Numismatic News, una delle più note in lingua inglese e tra i leader nel settore dell’informazione numismatica negli Stati Uniti, ha posto l’accento sull’iniziativa di tre importanti organizzazioni numismatiche che hanno inviato una lettera ai dirigenti di Facebook per lamentarsi del fatto che la piattaforma di social media “è diventata la base operativa di una serie di truffatori” e dichiarandosi molto deluse dalla mancanza di risposta da parte di Facebook e dalla continua comparsa di annunci che propongono monete contraffatte.
La Anti-Counterfeiting Educational Foundation (ACEF), la Numismatic Guaranty Corporation (NGC) e la Professional Numismatists Guild (PNG) hanno inviato una comunicazione congiunta il 19 agosto 2021 a Mark Zuckerberg, fondatore, presidente e amministratore delegato di Facebook. Copie sono state inviate anche al direttore operativo di Facebook Sheryl Kara Sandberg e ad altri dirigenti del gruppo.
“Siamo delusi e frustrati dal fatto che Facebook, per qualsiasi motivo, non sia riuscito nemmeno a riconoscere la nostra importante lettera mentre centinaia di annunci e pop-up che vendono prodotti contraffatti o pubblicizzano repliche imprecise o descritte in modo fuorviante continuano ad apparire sulla loro piattaforma”, ha affermato Bob Brueggeman, direttore esecutivo di PNG. “ACEF, NGC e PNG si sono offerti congiuntamente di aiutare Facebook a rilevare e aiutare a prevenire gli annunci fraudolenti, ma non c’è stata risposta”.
Anche in Italia, purtroppo, sia attraverso profili autonomi che all’interno di gruppi Facebook vengono offerte continuamente monete “in trattativa privata” non solo, o non tanto, di dubbia autenticità ma, soprattutto, di non chiara provenienza e messe in vendita, in quantità, da personaggi i quali – pur non essendo commercianti in regola o professionisti – sfruttano i social per costruirsi una seconda attività lavorativa nel settore delle monete, delle medaglie e delle banconote da collezione.
Per carità, la trattativa da privato a privato è legittima e, da quando esiste il collezionismo, esistono i passaggi diretti di esemplari da collezione – per scambio, o dietro corresponsione di denaro – da un appassionato all’altro. Ma è altrettanto evidente che il mercato reale – anche in Italia – rischia di essere sempre più inquinato da pseudo commercianti che non offrono alcuna garanzia e che, in più di un’occasione, hanno messo nei guai il malcapitato compratore il quale, ad esempio, si è ritrovato in mano monete non corrispondenti a quelle mostrate in rete, o peggio di provenienza illecita.
Un fenomeno simile si verifica su piattaforme di vendita come eBay, dove “negozi” di numismatica sono spuntati come funghi, “gestiti” da persone che propongono centinaia, se non migliaia di esemplari per volta, bypassando tutti gli obblighi (fiscali, in primo luogo) che un operatore professionale ha e standosene comodamente all’ombra di un profilo da “privato”.
A rimetterci, alla fine, sono i collezionisti ed è la numismatica, quella autentica che, se nei social e nei media digitali potrebbe trovare grandi spazi per farsi conoscere, nella realtà dei fatti si trova a dover fronteggiare nuovi nemici, non solo sul lato commerciale ma anche da quello delle fake news – o, quanto meno, delle informazioni incomplete o distorte – che quotidianamente hanno come soggetto le monete.
Sarebbe importante che anche in Italia, come negli USA, le associazioni professionali e quelle culturali, insieme, facessero sentire la loro voce per limitare, almeno per quanto è possibile, i deleteri effetti che i “dilettanti” – siano essi venditori che sedicenti giornalisti – hanno sul mercato numismatico. Anche se, purtroppo, a quanto pare non è affatto probabile che otterrebbero risposta…
Per leggere il post integrale di Numismatic News e la lettera inviata a Facebook cliccate qui.