Coniati a Segovia, i 25 millesimi di scudo con l’immagine dell’acquedotto romano raccontano una pagina della storia e della numismatica di Spagna
di Roberto Ganganelli | Nella Spagna della seconda metà dell’800, il governo – sempre più inefficace e “capriccioso” – della regina Isabella II di Borbone (1830-1868) portò, dopo vari anni di malcontento, al rovesciamento della monarchia e all’insediamento di una forma di governo repubblicano.
La rivoluzione, conosciuta in Spagna come “La Gloriosa” e “La Settembrina”, iniziò il 18 settembre 1868 con l’ammutinamento della flotta a Cadice (lo stesso luogo dove era stato istigato un colpo di stato contro il padre di Isabella, re Fernando VII).
In seguito allo schieramento di vari generali contro la sovrana, quindi, gran parte dell’esercito disertò e sebbene Isabella riuscì a dare un’ultima dimostrazione di forza nella battaglia di Alcolea del 27 settembre 1868, il suo generale lealista, Manuel Pavia marchese di Novaliches, venne sonoramente sconfitto e la sovrana fu costretta a fuggire in esilio in Francia. Il generale rivoluzionario Francisco Serrano entrò a Madrid e il 29 settembre 1868 e i leader degli insorti assunsero il governo del paese, che avrebbero mantenuto fino al 1870 quando sarebbe salito sul trono il “re italiano”, Amedeo di Savoia.
Al periodo rivoluzionario risalgono varie coniazioni, ma una delle più rare e interessanti è quella da 25 millesimi di escudo (2,5 centimos) che fu battuta dalla zecca di Segovia (rame, mm 25, g 6,25 circa) con impressa la data del 29 settembre 1868: questo dettaglio, e le legende ESPAÑA LIBRE (“Spagna libera”) e SOBRANIA NACIONAL (“Sovranità nazionale”) ne fanno una vera e propria emissione celebrativa.
Sul dritto, campeggia una bellissima incisione dell’acquedotto della città, tra i monumenti più belli e imponenti di epoca romana che si conservano nella Penisola iberica e che, nel 2016, la Real Casa de Moneda di Madrid ha scelto come soggetto per la 2 euro commemorativa dedicata ai siti Unesco del paese.
Per concludere, un ennesimo segno di come le monete seguano le sorti dei rispettivi sistemi di potere e dei reganti che le hanno emesse, non si può non ricordare che, se durante il periodo del Governo provvisorio spagnolo del 1868-1870 vennero “biffate” parte delle monete di Isabella, come quella illustrata, sorte peggiore – il ritiro sistematico, la rifusione e la damnatio memoriae – toccarono a gran parte delle coniazioni rivoluzionarie, oggi molto rare e ambite dai numismatici.