È opera di un abile incisore, finora sconosciuto, la medaglia bulinata a mano che celebra il nuovo Palazzo del Governo inaugurato nel 1894
di Roberto Ganganelli | Il 30 settembre 1894 segna una data storica per la Repubblica di San Marino: si inaugura infatti, alla presenza di ospiti illustri, diplomatici stranieri e tra ali di cittadini festanti, il nuovo Palazzo del Governo che l’architetto romano Francesco Azzurri (1827-1901) ha disegnato per la più antica repubblica del mondo.
È un edificio solenne, armonioso, che si sposa con le architetture medievali della Città di San Marino, ne impreziosisce il centro storico e dà finalmente alla Reggenza e al governo una sede di rappresentanza adeguata ai tempi moderni. E a tenere l’orazione solenne di fronte ai capitani in carica, Francesco Marcucci e Giuliano Belluzzi, è niente meno che il poeta Giosuè Carducci (1835-1907), che pronuncia il suo celebre discorso “sulla libertà perpetua”.
L’edificio merlato – arricchito al suo interno da affreschi che celebrano la storia della Repubblica – svetta sul luogo dove un tempo sorgeva la Domus Magna Comunis risalente alla fine del XIV secolo e, da quel momento, segnerà lo skyline del centro di San Marino finendo per essere effigiato su miriadi di cartoline, su francobolli, medaglie e monete, compresa la bimetallica da 2 euro coniata dal 2002 al 2017.
Cartoline d’epoca che raffigurano il nuovo Palazzo del Governo e l’orazione di Giosùè Carducci di fronte ai capitani reggenti, il 30 settembre 1894, per l’inzugurazione dell’edificio
Gli omaggi al Palazzo Pubblico e ai principali personaggi coinvolti negli eventi del 30 settembre 1894 prendono il via tuttavia già a ridosso della solenne inaugurazione: all’architetto Azzurri, infatti, la Repubblica – oltre ad un busto realizzato in seguito – tributa l’onore di una medaglia incisa da Luigi Gori (1838-1894) che è una delle ultimissime opere dell’artista e che, nel diametro di 51 millimetri, accoglie al dritto lo stemma coronato di San Marino e al rovescio un’iscrizione dedicatoria in latino.
Battuta in un solo esemplare in oro, consegnato all’Azzurri, e in pochissime altre copie in argento e bronzo, questa era finora l’unica testimonianza medaglistica legata all’inaugurazione del Palazzo del Governo sammarinese ad essere conosciuta. Tuttavia, nel corso della catalogazione dei materiali in vista dell’apertura – prevista entro breve – del nuovo Museo del francobollo e della moneta della Repubblica di San Marino, ci siamo imbattuti in un secondo, inedito tributo medaglistico all’evento.
A sinistra i francobolli emessi per l’inaugurazione del Palazzo del Governo (si tratta della prima serie commemorativa dell’area italiana, precedente ad analoghe emissioni del Regno) e a destra il busto di Francesco Azzurri, architetto autore del progetto (foto Francesca Giorgetti)
Si tratta di un esemplare in argento (mm 55 di diametro per mm 3,5 di spessore e ben 95 grammi di peso) che presenta la caratteristica di non essere stato coniato né fuso, bensì inciso a mano su un tondello in seguito tirato a specchio. Al dritto, la medaglia raffigura lo stemma di San Marino, coronato, tra fronde d’alloro e di quercia e l’iscrizione ALLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI SAN MARINO * GLORIA E PROPSERITÀ *.
Al rovescio, invece, un testo dedicatorio su più righe recita * | PER L’INAUGURAZIONE | DEL PALAZZO GOVERNATIVO | SONTUOSO MONUMENTO | DI CIVILTÀ SAMMARINESE | (linea decorata da rosetta al centro) | CAPIT. REGGENTI | G. BELLUZZI – F. MARCUCCI | 30 SETTEMBRE 1894.
L’inedita medaglia in argento, incisa a mano dal professor Pietro Rinaldi di Bari e inviata in omaggio ai capitani reggenti all’inizio dell’anno 1895 (foto Roberto Ganganelli, Museo del francobollo e della moneta di San Marino)
A guidarci alla scoperta di qualche dettaglio sulla storia di questa inedita e interessante medaglia è il taglio, a sua volta inciso e che recita A FUTURA MEMORIA PIETRO RINALDI BARI DELLE PUGLIE. Così, la tappa obbligata della nostra ricerca è l’Archivio di Stato di San Marino dove, tra i documenti dell’epoca, è emersa grazie alla puntuale collaborazione delle archiviste una lettera manoscritta del 1° gennaio 1895, in cui – su carta intestata dell’Ispettorato generale scolastico della Città di Bari, il professor Pietro Rinaldi comunica di aver spedito per ferrovia, alla stazione di Rimini “una medaglia di argento, custodita in astuccio, e due copie di un diploma di onore in forma di epigrafe, per commemorare la solenne inaugurazione del sontuoso palazzo governativo” e “per tramandare ai posteri gloriosa memoria”.
Moneta da 10 centesimi della Repubblica di San Marino coniata in 600 mila esemplari dalla Regia Zecca di Roma, in base alla Convenzione del 1862 che sanciva la possiblità per il Titano di battere monete proprie, a patto che conformi a quelle italiane
Ricevuta il 3 gennaio dal governo sammarinese, all’entusiastica missiva del “devotissimo fratello italiano” – così si definisce il Rinaldi, che forse era un insegnante di discipline artistiche – viene data pronta risposta il 6 gennaio, da parte del segretario per conto dei capitani reggenti, sottolineando “il gentile pensiero” nel quale l’artista rivela un sincero affetto” per la Repubblica del Titano.
Poi, tutto tace: non seguono infatti ulteriori carteggi tra il cavalier professor Rinaldi e la Reggenza e, da allora, la medaglia è stata gelosamente custodita tra gli omaggi ufficiali e privati inviati nel corso del tempo, da tanti paesi del mondo, alla Repubblica di San Marino (ci sono anche frammenti di Luna e una bandiera viaggiata sull’Apollo 11, che pure saranno esposti al Museo del francobollo e della moneta).
Il frontespizio della lettera di Pietro Rinaldi inviata ai reggenti per annunciare la spedizione della medaglia e, a destra, la minuta della risposta spedita al “devotissimo fratello italiano” (foto Francesca Giorgetti, Archivio di Stato di San Marino, Carteggio della Reggenza, 3 gennaio 1895, prot. 94 – Tutti i diritti riservati)
Entrata a far parte del patrimonio della Repubblica, la medaglia di Pietro Rinaldi ci permette oggi di scoprire un abile artista del quale, nella letteratura numismatica, non si trovano tracce (chi fosse a conoscenza di notizie sul personaggio ce le comunichi) e riporta alla luce uno spontaneo gesto di omaggio che forse, in quel 1894, passò in secondo piano rispetto all’inaugurazione del Palazzo del Governo sammarinese e alla storica orazione del Carducci ma che tra poco, grazie all’esposizione nella sezione numismatica nascente museo, riacquisterà tutto il suo valore di testimonianza storica.