di Roberto Ganganelli | Uno dei più belli e rari sesterzi a nome di Nerone imperatore (54-68 d.C.) è quello classificato dal RIC al n. 565 e che abbina al ritratto laureato a sinistra effigiato al dritto (con iscrizioni IMP NERO CAESAR AVG P MAX TR PONT PP e S C) una complessa scena di adlocutio al rovescio. Nerone ci appare in piedi a sinistra su bassa piattaforma, togato, con il cprefetto del pretorio al suo fianco, che la mano destra all’indirizzo di tre armati, di cui i due davanti portano gli stendardi; sullo sfondo un tetto di tegole e una colonna del campo del pretorio (quartier generale); in esergo la legenda ADLOCVT COH.
Quello che è considerato il miglior esemplare conosciuto in assoluto di questa tipologia, e che qui illustriamo, è stato venduto all’asta da Heritage Auctions ad inizio 2018, proveniva dall’incanto Gorny & Mosch 203, (5 marzo 2012), lotto 327 (realizzo di 86.000 dollari).
I soldati raffigurati in questo raro sesterzio di Nerone, tuttavia, secondo nuovi studi non sono membri della Guardia pretoriana, come spesso hanno sostenuto gli studiosi. Uno dei soldati è barbuto e tutti sono mostrati senza armatura, indossano solo tuniche, mantelli e spade appesi ai fianchi. Gli stendardi che portano sono molto diversi da quelli usualmente raffigurati su monete e sculture romane, che recano una moltitudine di dischi, labari e altri emblemi; questi, piuttosto esili, hanno ornamenti emisferici e uno a forma di disco ciascuno.
Queste caratteristiche indicano che le truppe cui si sta rivolgendo Nerone fanno parte dei Germani Corporis Custodes, la guardia del corpo germanica che servì la dinastia giulio claudia. Le guardie del corpo tedesche furono impiegate per la prima volta da Giulio Cesare e alla fine del regno di Augusto contavano tra 500 e 1.000 uomini. Furono brevemente sciolti dopo la battaglia della Selva di Teutoburgo, ma il corpo scelto fu ricostruito da Tiberio e fu l’ultima formazione militare a rimanere fedele a Nerone quando il suo regime crollò nel 68 dopo Cristo.