di Antonio Castellani | Tra le medaglie italiane esposte al XXXV Congresso FIDEM di Ottawa, che si è tenuto dal 29 maggio al 2 giugno, spiccava quella realizzata dal maestro Vincenzo Dino Patroni e dedicata alla grande astrofisica Margherita Hack, nota in tutto il mondo e scomparsa nel 2013. L’opera, una suggestiva fusione in bronzo di 150 millimetri, è ben spiegata dalle parole che lo scultore Patroni ha rilasciato a commento a Cronaca Numismatica: “Ho inteso rappresentare la Hack nelle sue sembianze di donna molto semplice ma infinitamente curiosa, che dedicò tutta la sua vita alla ricerca scientifica per il progresso dell’umanità. Nella mia medaglia, la scienziata è circondata da stelle, da nebulose, da pianeti del nostro sistema solare ed è illuminata sul capo dallo stesso sole; scruta il cielo e s’interroga sui misteri dell’origine dell’universo”.
Nata nel 1922 da padre fiorentino di origini elvetiche, Roberto Hack, e da madre toscana, Maria Luisa Poggesi, Margherita dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo classico “Galileo” di Firenze (senza sostenere la maturità a causa della II Guerra mondiale), si laureò nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso l’osservatorio di Arcetri sotto la guida di Giorgio Abetti. Nominata professore ordinario di astronomia all’Università di Trieste dal 1964 al 1992, è stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche, la Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. Ha fatto parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei e ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei come membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. Attivista per i diritti civili e degli animali, Margherita Hack era convinta che esistessero altre forme di vita nella galassia, ma che per problemi di distanza non avremmo mai potuto stabilire un contatto con esse.
Con questa suggestiva medaglia, una grande figura della scienza italiana riceve il doveroso omaggio. Nella modellazione di Patroni, gli occhi della Hack sembrano brillare guardando quel cielo che hanno osservato per una vita intera e l’inconfondibile fisionomia della scienziata ci è restituita nel suo aspetto bonario e disincantato.