Si tratta delle banconote stampate in vista della conquista del Nord Africa da parte dell’Asse | Biglietti rarissimi di cui si sono salvati solo pochi esemplari
di Antonio Castellani | Il 10 giugno 1940 l’Italia dichiarava guerra a Francia e Gran Bretagna avventurandosi nel più disastroso conflitto della sua storia.
Una guerra condotta su troppi fronti, con impreparazione dei comandi e della truppa, scarsità di armi, di adeguati equipaggiamenti e, inoltre, senza alcuna “giusta causa” come nel 1915 poteva essere quella del completamento dell’Unità nazionale.
Molte, troppe illusioni furono propinate da Mussolini e dalla propaganda di regime agli italiani a proposito di facili conquiste “a rimorchio” di Hitler in Russia, nei Balcani, in Africa e anche il denaro, specie quello cartaceo, divenne protagonista del conflitto in modi rocamboleschi.
Le piastre per l’occupazione, mai avvenuta, di Egitto e Sudan
Ad esempio, sapevate che le banconote intestate ad una fantomatica Cassa Mediterranea di Credito per l’Egitto e per il Sudan, stampate in Italia nel 1942 e destinate ad entrare in circolazione in Egitto dopo la conquista da parte delle forze dell’Asse, finirono, non come programmato nelle tasche dei conquistatori e degli egiziani, ma ingloriosamente in fumo?
L’Africa Korps, guidata dalla “volpe del deserto” Rommel, aveva conquistato il 20 giugno 1942 Tobruk, facendo prigionieri 7 generali e 35.000 uomini; ormai, solo poche decine di chilometri separavano le forze italo tedesche dal Cairo. La conquista dell’Egitto e del Sudan sembrava ormai scontata: Mussolini non perse l’occasione e il 29 giugno si recò in aereo a Tripoli, preparandosi ad entrare ad Alessandria d’Egitto alla testa delle truppe vittoriose.
Ma un saggio proverbio avverte di non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Il 24 ottobre 1942 gli Alleati, che potevano contare sul doppio dei carri armati e dei cannoni, intraprese una pesante offensiva contro le forze dell’Asse; il 3 e 4 novembre, nonostante la strenua resistenza opposta ad Al Alamein, il fronte dell’Afrika Korps tedesco venne sfondato; Tedeschi e Italiani vennero scacciati non solo dall’Egitto ma anche dalla Cirenaica.
Una serie di belle banconote sul modello dei biglietti per la Grecia
In previsione della “immancabile vittoria” le Officine Carte Valori ricevettero l’ordine nel 1941 di stampare dei biglietti da mettere in circolazione in Egitto e in Sudan, una volta cacciati gli inglesi (Hitler aveva promesso l’Egitto al duce). Furono così stampati a Roma otto valori da 5, 10 e 50 piastre e da 1 lira egiziana, da 5, 10, 50 e 100 lire egiziane.
Della serie per l’Egitto con la sovrastampa CAMPIONE esiste anche il taglio da 1 piastra, che riprende il disegno del biglietto da 1 dracma delle Isole Jonie.
Furono stampati 500 milioni di biglietti con due diverse intestazioni: Cassa Mediterranea di Credito per l’Egitto e Cassa Mediterranea di Credito per il Sudan. Il tipo ricalca con poche modifiche quello della Serie della Cassa Mediterranea di Credito per la Grecia (nei valori da 50 piastre e sino a 10 lire invece della testa di Michelangelo compare il busto di Augusto). Le banconote il 16 luglio 1942, racchiusi in sacchi postali, furono spedite per via aerea a Barce in Cirenaica, dove vennero custodite in una caserma.
Dopo la sconfitta, una fine ingloriosa che ha creato grandi rarità
Intorno alla fine di questi biglietti esistono diverse versioni, molte fantasiose. Prima di abbandonare la Cirenaica i carabinieri che facevano buona guardia al “tesoretto cartaceo” ebbero l’ordine di distruggerlo. Si salvarono una serie completa di otto biglietti per l’Egitto e il Sudan oltre ad una serie di nove biglietti con la scritta CAMPIONE per l’Egitto (probabilmente restati sempre a Roma e oggi conservati presso il museo della banconota della Banca d’Italia), oltre a pochi altri biglietti di diverso valore sottratti fortunosamente al rogo qualcuno dei quali, di tanto in tanto, fa capolino sul mercato, “sogno proibito” di molti collezionisti.